giovedì 24 settembre 2015

Repubblica 24.9.15
Battaglia sul “bavaglio” primo sì alla legg
 L’Anm: molto deludente
Lo strappo delle toghe “I dem non sono più il nostro baluardo”
di Liana Milella


ROMA È finita per sempre in archivio la stagione del grande feeling tra il Pd e la magistratura. Nonostante il Guardasigilli Orlando si sforzi, a ogni commissione di studio che crea, di bilanciare i componenti con il Cencelli delle toghe. Un’altra epoca si è aperta, quella della paura di parlare per il timore di finire sotto procedimento disciplinare. Si censurano perfino nelle mailing list dove, in questi giorni, non si riesce a trovare quasi nulla contro la legge bavaglio. Giusto, qui e là, qualche intervento che critica singole tecnicality, come il minor tempo per chiudere le indagini. «La magistratura è spaventata. Tra di noi serpeggia una grande paura perché è caduta qualsiasi protezione » dice un magistrato attento come Sebastiano Ardita che, con Pier Camillo Davigo, ha fondato l’ultima corrente delle toghe, dal nome significativo “Autonomia e indipendenza”. Non si riesce a strappargli una parola di più. Sono finiti i grandi sfogatoi, come ai tempi di Berlusconi. Dall’altra parte non c’è più il Pd solidale, quello pronto anche a scendere in piazza, che faceva a gara per candidare magistrati alla Camera e al Senato.
Se chiedi al segretario dell’Anm Maurizio Carbone, pubblico ministero a Taranto del caso Ilva, come mai nelle mailing list non ci sono interventi contro la riforma penale, ti risponde in modo chiaro, com’è nel suo costume: «È molto semplice. Il clima è completamente cambiato. Quando i magistrati protestavano contro Berlusconi accadeva subito che in Parlamento ci fossero interventi per sostenere le nostre posizioni ». Allude al Pd ovviamente. Va avanti: «Si vedeva che c’era attenzione e interesse per i nostri problemi. Adesso purtroppo non è più così». Il Pd ha cambiato pelle. La riforma delle intercettazioni è una ferita aperta: «Mentre dilaga la corruzione il problema sembra essere un altro, la riservatezza da garantire a certi personaggi pubblici» dice Carbone. E ancora: offende i magistrati quell’aver votato a favore, M5S compreso, sulla relazione in Parlamento sui casi di ingiusta detenzione. «Ci vogliono fregare, è chiaro» dice un giudice che appena pronuncia la battuta ci scongiura «di non scriverla».
Sul banco degli imputati c’è il Pd, «i traditori, i voltagabbana, divenuti ormai tutti renziani ». Uno dei pochi che non ha paura di scrivere ancora nelle liste aperte perfino alla stampa, come Andrea Reale, iscritto alla movimentista Proposta B, ce l’ha con la politica, ma ce l’ha pure con l’Anm, accusata di aver garantito al governo «aperture preventive di credito sulla responsabilità civile e sulle ferie ». Adesso a un collega scrive: «Ma cos’altro dobbiamo aspettare per comprendere come vanno le cose? Con la responsabilità civile hanno già inferto un vergognoso colpo alla nostra autonomia».
Il Pd renziano ha moltissime colpe. Luca Poniz, pm a Milano, da sempre di Magistratura democratica, cita la segretaria della corrente Anna Canepa quando, al congresso di Reggio Calabria prima dell’estate, ha parlato dell’alleanza di fatto che, in passato, garantiva il rapporto tra il Pd e la magistratura, mentre ora «il fronte politico si è ridisegnato, i magistrati non piacciono più come prima, manca pure un vero disegno riformatore, tant’è che Renzi chiama al governo un magistrato di destra come Ferri per fare il sottosegretario ». I “tradimenti” del Pd stanno nel lungo elenco delle norme approvate e giudicate tutte contro la magistratura. Claudio Castelli, toga storica di Md, constata: «Ogni volta che il Pd è al governo è contro i magistrati, quando passa all’opposizione è a favore». Solo così si giustifica il sì alla delega sulle intercettazioni, fatta «per condizionare i pm e i giudici». Ma non solo. C’è il sì del Pd alla responsabilità civile che, ricorda Carbone, Orlando ha definito «un passo storico per la giustizia italiana». Ci sono le ferie per decreto, l’età pensionabile, l’annunciata riforma del Csm. Poi tutto il non fatto, a partire dalla prescrizione. Altro che a favore, il Pd è contro i magistrati.