giovedì 24 settembre 2015

Repubblica 24.9.15
Saverio Romano, ex ministro azzurro
“Con Denis avremo futuro,con Silvio no”
Fi è in declino per l’incapacità di rinnovare una leadership non più spendibile e per la cessione di sovranità a Salvini
intervista di C. L.


«Berlusconi? Non offre più alcun progetto. Io almeno non lo vedo. Assistiamo giorno dopo giorno al declino di un partito che per anni è stato il riferimento dei moderati italiani, declino per incapacità di rinnovare una leadership non più spendibile, perché il board è passato a figure francamente modeste, per la cessione di sovranità a Salvini. Io mi riprendo libertà di parola e di azione ». Saverio Romano è solo l’ultimo ex ministro di Fi a dire addio al Cavaliere (prima di lui Fitto). Lo fa con una lettera con cui, assieme al collega deputato Pino Galati e al senatore Giuseppe Ruvolo, saluta il leader «con affetto» ma «non ci piace un partito non partito».
Perché passate con Verdini? Che progetto offre invece lui? «Con altri colleghi di Fi abbiamo condiviso il disagio, quindi l’esigenza di rappresentare i nostri territorio in un’area di centro di ispirazione riformista ».
Volano accuse di compravendita.
«Le accuse infamanti e senza prove qualificano chi le muove. Denis ha avuto il merito di costruire un percorso di alleanza istituzionale per dare continuità e slancio a una legislatura altrimenti destinata all’esaurimento».
Insomma, è una polizza assicurativa per arrivare a fine legislatura?
«No, è un progetto credibile per il futuro dei moderati. Verdini, nonostante Berlusconi abbia rotto il patto per le riforme, sta difendendo quell’intesa con coerenza. E da questa intuizione nasce un’opportunità per la riaggregazione del centro».
Perché ha rotto con Fitto?
«Non si può coltivare uno spazio politico che abbia come king maker Salvini, a meno che non si scelga di essere subalterni alla Lega populista. Io e i miei amici sinceramente non siamo interessati».
Con l’accordo nel Pd, Verdini e i suoi non saranno determinanti sulla riforma.
«In apparenza no. Politicamente a quel progetto però diamo sostanza. Non è la vocazione al soccorso che ci ha spinto».
No? E cosa?
«Una prospettiva politica che costruiremo giorno dopo giorno».
Già, ma ora chi vi ricandida?
«Il cammino verso il 2017, se non 2018, è ancora molto lungo».
(c.l.)