Repubblica 17.9.15
Jacques Attali
L’economista francese: “Accoglierli ed essere altruisti è nostro interesse Serve una politica di integrazione”
“Grazie ai migranti l’Europa diventerà la prima potenza”
intervista di Béatrice Delvaux
«Nel momento in cui si ammette che le libertà sono fondamentali, la prima libertà è quella di circolazione. Arriverà gente e questo sarà un bene. Bisogna preparare delle politiche di integrazione e quella gente farà dell’Europa la prima potenza mondiale». Ne è convinto Jacques Attali, economista, professore, scrittore. È stato il consigliere speciale del presidente François Mitterrand. Primo presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo dopo la caduta del muro di Berlino, nel suo libro
Breve storia del futuro , “
annunciava”, il declino dell’impero americano e l’onnipotenza dell’impero del mercato, e presagiva che dopo la violenza del denaro sarebbe arrivata quella delle armi. “L’iperimpero”, nato da una deriva del capitalismo liberale, crollerà causando una proliferazione di conflitti che infiammeranno l’intero pianeta in un conflitto globale, “l’iperconflitto”.
Siamo alla vigilia della fase dell’iperconflitto?
«No, siamo ancora tra la fine dell’impero americano e l’inizio della seconda tappa. Dovrebbe già essere chiaro a tutti che nessuno sostituirà gli Stati Uniti come superpotenza ».
Sembra di stare a guardare la catastrofe che si prepara, da svegli, ma senza agire.
«Alle persone più sofisticate manca il coraggio».
Come aumentarne la consapevolezza?
«Ho visto con piacere la risposta di chi dice che bisogna accogliere i rifugiati. Bisogna passare a quello che io chiamo l’altruismo interessato, capire che la forma di egoismo più intelligente è l’altruismo. Perché essere altruisti è nel nostro interesse. È nel nostro interesse pagare i nostri debiti e non lasciarli alle generazioni future. È nel nostro interesse accogliere i migranti, come è nel nostro interesse aiutarli molto di più nei loro paesi perché non abbiano interesse a venire da noi».
Che cosa potrebbe innescare questa guerra?
«Le occasioni sono molte, come nel 1914. Un conflitto tra Giapponesi e Cina su un’isola. Oppure l’incontro tra truppe Nato e truppe russe in Lettonia o in Polonia. O tra truppe americane e russe in Siria. O il fatto che l’Is si doti di armi sofisticate. E poiché sono tutte possibili, la probabilità che se ne verifichi una è molto alta».
Qual è l’utopia che abbiamo perso di vista?
«Il fatto che si accetti l’universalità delle merci, degli scambi, degli spostamenti di persone e capitali ma non si accetti l’universalità dello stato di diritto. Il mercato diventa sempre più globale, ma la democrazia resta locale. Abbiamo perso l’utopia dell’universalismo, al punto che parlare di un governo mondiale è percepito come un orrore cospirazionista, mentre, in realtà, o ci sarà un governo mondiale o ci sarà il caos: bisogna prenderne atto. E se in Europa non siamo capaci di instaurare un governo di proporzioni adeguate al nostro mercato, il mercato ci travolgerà».
Sta presentando l’Europa come il futuro del mondo mentre gli eventi recenti la mostrano inattiva.
«Per il momento le crisi funzionano come vaccini che ci rendono più forti. La crisi greca è stata l’occasione per istituire, senza che nessuno se ne rendesse conto, l’equivalente di un tesoro europeo. La crisi dei migranti può finire molto male con la chiusura di tutte le frontiere, ma allo stesso tempo, con le quote obbligatorie, è un’occasione formidabile per pensare insieme. È per questo che ho detto che non ci vuole soltanto un Frontex ma anche un Integrex».
Che cosa intende?
«L’integrazione spagnola e italiana in Belgio è stata un successo. Dell’immigrazione musulmana si vedono soltanto i problemi e non i successi, che invece sono numerosi. In Francia ci sono circa 5 milioni di musulmani, il 98% dei quali sono integrati e sono medici, avvocati. Quello che sta succedendo con i migranti dovrebbe comportare la costruzione di un’Europa più integrata, più potente, che trova i mezzi per accogliere. Il loro arrivo è un’incredibile opportunità perché trasforma la demografia europea. Noi, al contrario, abbiamo una reazione da piccoli».
Almeno Merkel e Juncker sono coraggiosi, no?
«Per quanto riguarda la Merkel, si tratta di egoismo totale perché fa gli interessi della Germania, che era in una situazione da suicidio: i migranti colmano un vuoto. Juncker invece è un utopista. Ho sempre pensato che fosse un gran signore e ora finalmente abbiamo un presidente della Commissione che osa parlare e fare».
(Copyright Le Soir/Lena, Leading European Newspaper Alliance. Traduzione di Elda Volterrani)