lunedì 14 settembre 2015

Repubblica 14.9.15
Corbynmania, 15mila nuovi iscritti nel Labour. Cameron: una minaccia
Il nuovo segretario al lavoro sul governo ombra,ieri le prime nomine. “Piano per rovesciarlo entro un anno”
di Enrico Franceschini

LONDRA Primo effetto dell’elezione di Jeremy Corbyn a nuovo leader laburista: un’ondata di iscrizioni al partito. Nelle 24 ore successive alla sua vittoria nelle primarie, il Labour ha raccolto 15mila nuovi membri, portando così il totale a 325mila, e le adesioni continuano a crescere. Prosegue l’entusiasmo che la sua candidatura aveva generato nel popolo della sinistra britannica, particolarmente fra i giovani, entusiasmati da un leader che promette di lottare per i valori progressisti tradizionali, eguaglianza, giustizia, solidarietà, pace. Assai più freddo l’elettorato complessivo: in un sondaggio sul
Mail , soltanto il 27 per cento vede Corbyn come futuro primo ministro contro il 44 per cento che approva l’attuale inquilino di Downing street, il conservatore David Cameron; e il 39 per cento, fra cui un quarto dei sostenitori laburisti, prevede addirittura la sconfitta del Labour alle prossime due elezioni generali. Come dire che la conseguenza della svolta a sinistra simboleggiata da Corbyn sarà altri dieci anni di opposizione per il Labour (lontano dal potere già dal 2010). Una sfiducia sottolineata apertamente da Cameron, che ieri ha twittato, alludendo alle posizioni del suo nuovo avversario e ripetendo quanto espresso il giorno prima dal ministro della Difesa Fallon: «Il Labour rappresenta ora una minaccia per la nostra sicurezza nazionale, per la nostra economia e per le nostre famiglie » (tuttavia ha fatto al neo-leader laburista una telefonata di congratulazioni).
In linea con la sua immagine di uomo “normale”, Corbyn ha trascorso la domenica mattina a un evento del suo quartiere, Islington, zona nord di Londra (anche Tony Blair viveva lì prima di diventare premier), organizzato dal sistema sanitario pubblico nazionale. Poi si è chiuso con i suoi collaboratori per preparare le prossime mosse. Una è la formazione del governo ombra dell’opposizione: mezza dozzina di ministri si sono dimessi, altri, come Yvette Cooper e Liz Kendall, le due rivali sconfitte, rifiuteranno di farne parte. Tra le prime nomine quella di Andy Burnham, secondo alle primarie, come segretario ombra degli Interni. Intanto il Telegraph scrive di piani dei laburisti per rovesciare Corbyn nel giro di un anno. E le ripercussioni della sua vittoria si fanno sentire anche altrove: in Scozia, dove la premier Nicola Sturgeon avverte che, se Corbyn non diventerà primo ministro, gli indipendentisti chiederanno probabilmente un secondo referendum per la secessione dalla Gran Bretagna. E negli Stati Uniti, dove il Washington Post chiede: «Se Corbyn ha vinto le primarie laburiste, perché Bernie Sanders, candidato di sinistra come lui, non potrebbe battere Hillary Clinton nelle primarie del partito democratico per la Casa Bianca?».