lunedì 7 settembre 2015

La Stampa 7.9.15
L’assistenza batte la burocrazia. Così funziona la macchina tedesca
I siriani ospitati nei centri di prima accoglienza e solo in seguito identificati
Un metodo matematico per la distribuzione: i land ricchi avranno più ospiti
di Tonia Mastrobuoni


Su uno dei treni arrivati ieri mattina a Monaco c’era persino una donna che aveva partorito a Budapest ed era ancora legata al suo bambino dal cordone ombelicale. I medici tedeschi gliel’hanno reciso, poi l’hanno portata rapidamente al sicuro, in ospedale. La priorità non è stata registrarla, come vuole la legge. La priorità è stata proteggerla, curare lei e il neonato, prima di riempire scartoffie.
Nel capoluogo bavarese che funge attualmente da principale luogo di smistamento dei profughi siriani e iracheni che arrivano dall’Ungheria, l’accoglienza è rapida, veloce, efficientissima, ma improntata ad una certa flessibilità. «Non mi importa dei dettagli legali», ha commentato il presidente della regione dell’Alta Baviera, Christoph Hillenbrandt. E il sindaco, Dieter Reiter, ha puntualizzato che «è ovvio che c’è un limite alla nostra capacità di accoglienza, ma non è un problema che mi pongo adesso». I volontari, i poliziotti e i medici hanno pensato anzitutto a dare assistenza sanitaria, cibo e un letto.
La distribuzione
Dei circa 7.000 giunti nella sola giornata di sabato (con gli arrivi di ieri è stata superata quota 13mila), metà sono stati immediatamente trasferiti nei centri di prima accoglienza, l’altra metà è ripartita per altre mete della Germania. A Monaco sono stati predisposti 2.400 posti letto nei padiglioni della Fiera, altri 350 nella scuola Luisengymnasium, mentre le ferrovie tedesche hanno messo a disposizione alcune sale per la primissima assistenza medica. Al di là delle emozioni, dei gesti generosi di centinaia di tedeschi che hanno aspettato l’arrivo dei profughi in tutto il Paese con un entusiasmo incredibile – un cronista ha commentato che alla stazione di Monaco c’era un’atmosfera da Mondiali di calcio – la Germania ha messo in moto la sua proverbiale macchina organizzativa.
La «chiave di Koenigstein»
I profughi sono distribuiti già da ieri con il sistema della «chiave di Koenigstein». Nel 1949 nella cittadina dell’Assia venne messo a punto un metodo per calcolare la diffusione dei fondi per la ricerca. Da anni viene usato anche per decidere le quote di rifugiati per ogni Land. La «chiave» segue il principio che le regioni più ricche e popolose devono prendersi carico della maggior parte dei profughi: le quote si deducono per un terzo dal numero dei residenti, per due terzi dagli introiti fiscali. Le tre che si prenderanno dunque carico del maggior numero di profughi sono il Nordreno-Westfalia, la Baviera e il Baden-Wuerttenberg.
Verso Dortmund e Dresda
I primi treni e bus in partenza da Monaco, intanto, hanno raggiunto le loro destinazioni. Ad Amburgo, Dresda, Dortmund sono arrivati già centinaia di siriani e iracheni, accolti da striscioni di benvenuto, bevande calde, vestiti. Stesso copione di Monaco. A Dortmund, in particolare, 0a salutare l’arrivo dei profughi stremati, c’erano centinaia di volontari, e quando nella notte di sabato alcuni neonazisti hanno tentato di entrare nella stazione, sono stati loro a cacciarli. La solidarietà degli abitanti della città del Nordreno-Westfalia è stata tale che il comune li ha pregati ieri via tweet di smettere di donare: «Per favore, fermatevi, abbiamo tutto. Grazie mille, siete incredibili».
L’attesa a Tempelhof
A Berlino, in molti hanno aspettato tutto il giorno l’arrivo dei profughi, ma in serata si è saputo che sarebbero arrivati con dei bus e portati direttamente in una caserma a Spandau che ne ospita già 700 in una tendopoli. L’altro grande luogo di accoglienza che la capitale ha predisposto per le centinaia di uomini e donne in fuga dai loro Paesi in guerra è l’ex aeroporto di Tempelhof. E alle polemiche della destra sui profughi che riceverebbero più soldi dei disoccupati tedeschi, qualche giornale ha ricordato che è falso: nei primi tre mesi hanno diritto a 216 euro per mangiare e vestirsi, più 143 euro di «argent de poche», totale 359 euro. Quaranta in meno degli assegni Hartz IV per i tedeschi.