mercoledì 30 settembre 2015

La Stampa 30.9.15
“Voglio eliminare le ingiustizie perché amo il Regno Unito”
Corbyn strega la platea Labour
di Alessandra Rizzo


Aveva promesso «politica, non spettacolo» e ha mantenuto la parola: Jeremy Corbyn, alla sua prima conferenza come leader laburista, è salito sul palco accolto da una standing ovation, ma senza musica. Ha invocato una «politica più gentile» e una «società più giusta», facendo appello a patriottismo e valori britannici in un discorso mirato a fugare i dubbi di quanti ritengono le sue idee pacifiste e anti-austerity troppo radicali per il Paese. «È perché amo il mio Paese che voglio eliminare le ingiustizie», ha detto a Brighton, sulla costa meridionale inglese.
Attacchi e passi falsi
Corbyn ha ripreso in mano l’iniziativa dopo settimane di attacchi e passi falsi, dal rifiuto di cantare l’inno nazionale alla faticosa composizione del governo ombra. Sfondo rosso, cravatta rossa, è apparso rilassato e sicuro di sè. Ha ribadito alcuni dei cavalli di battaglia, nazionalizzazione delle ferrovie, costruzione di case popolari, fino alla proposta, che sta spaccando il partito, di smantellare il deterrente nucleare. Ha attaccato le politiche di austerity di Cameron. «Vogliono farci credere che non c’è alternativa», ha detto tra gli applausi. Ma è incappato in una gaffe quando è emerso che brani del suo discorso, in particolare un passaggio anti-austerity molto citato dai media («Il popolo britannico non è costretto ad accettare ciò che gli viene dato») era stato scritto anni fa e respinto da generazioni di segretari laburisti. Un bell’imbarazzo per un politico che fa dell’essere genuino una delle sue doti principali.
Se la reazione in sala è stata generosa, non altrettanto tra i ranghi di un partito in cui sono in pochi a credere che Corbyn possa riportare il Labour al successo. Quasi tutti i big del partito si sono schierati contro il segretario e molti hanno rifiutato di entrare nel governo ombra. Per John McTernan, stratega già consigliere di Tony Blair, quello di Corbyn «è stato il peggior discorso politico che abbia mai sentito». Ma Corbyn, forte di una vittoria netta, si dice pronto a promuovere una politica che parta dal basso. Denuncia gli attacchi personali, cita Maya Angelou, poetessa Usa icona dei diritti civili, e accusa la stampa conservatrice di aver ingigantito i dissidi interni. Resta da vedere se i propositi di democrazia e tolleranza all’interno del partito sapranno tradursi in una linea politica chiara e una leadership forte.