mercoledì 30 settembre 2015

Corriere 30.9.15
Se i grandi dimenticano la questione palestinese
di Elisabetta Rosaspina


L a bandiera palestinese sventola da oggi tra i vessilli di 193 Stati indipendenti, davanti al Palazzo di Vetro, in rappresentanza del nuovo Paese accolto nella comunità come «osservatore». Ma la questione palestinese è finita in fondo al cassetto. Nei loro attesissimi discorsi all’Assemblea generale, il presidente americano Obama e il russo Putin non l’hanno nemmeno menzionata. Rendendo dunque molto meno attese le dissertazioni del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, oggi, e del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, domani. Da protagonisti incontrastati della scena mediorientale, i due leader, e litigiosi vicini di casa, sono finiti fra le comparse, oscurati dalla Siria e soprattutto dall’Iran. Se Netanyahu protesterà ancora per l’accordo sul nucleare stipulato dall’Occidente con Teheran a metà luglio, e se Abbas si lamenterà della proliferazione di colonie fuori dai confini del 1967, saranno entrambi ascoltati con la cortese sopportazione che si deve a due rispettabili decani rimasti sfortunatamente un po’ indietro, fermi ai temi del «giorno prima». L’agenda internazionale ha nuove scadenze: «L’Isis è la sola partita in città», l’editorialista di Haaretz, Chemi Shalev, avverte «Bibi». E se Netanyahu ha mai sperato in un patto strategico con Mosca, appare chiaro che la potente coalizione anti Califfo messa in piedi dal Cremlino non lo prevede. Anche a Ramallah il silenzio dei potenti è suonato oltraggioso: «Obama crede di poter battere l’Isis e il terrorismo o di pacificare il Medioriente, ignorando l’occupazione israeliana e i continui attacchi alla Moschea al-Aqsa?» chiede indignato il capo dei negoziatori dell’Olp, Saeb Erekat. Sembra proprio di sì: le sassaiole, le cariche di polizia, le molotov e i lacrimogeni che alimentano la guerra a bassa intensità a Gerusalemme est e sulla Spianata delle Moschee, la processione di sirene e lampeggianti sul Monte degli Ulivi appartengono a un repertorio passato di moda .