La Stampa 21.9.15
Tsipras rivince
“Farò ancora un governo con i nazionalisti”
“Una vittoria del nostro popolo” Ma metà dei greci non ha votato
Stesso risultato di gennaio, mancata di poco la soglia per la maggioranza assoluta Alba dorata cresce ancora. Il premier in piazza: lotteremo per un altro domani
Mastrobuoni E Ottaviani
di T. Mas.
Alexis Tsipras ha vinto la sua scommessa. Il ribelle diventato premier senza cravatta ha ottenuto dai greci una seconda possibilità. «Ci aspetta una strada di duro lavoro e lotta», ha cinguettato su Twitter non appena sono usciti i primi dati che certificavano la sua vittoria. Il leader di Syriza manca di poco la soglia per la maggioranza assoluta: «Governerò ancora con i nazionalisti e applicherò l’accordo raggiunto con i creditori».
Gli hanno perdonato le esitazioni, lo scarto folle del referendum, la firma dell’accordo con gli odiati rappresentanti dell’austerità, insomma la svolta pragmatica dopo le promesse roboanti di gennaio: con oltre il 35 per cento dei voti, Alexis Tsipras ha stravinto le elezioni, contro tutti i pronostici. I greci lo hanno seguito nelle sue giravolte con l’Europa e la strategia elettorale del partito di puntare tutto su di lui ha premiato. Certo, dovrà fare i conti con un’astensione paurosa, che ha raggiunto il 46 per cento. E un partito neonazista che arriva terzo, supera il 7% e continua a crescere nei consensi. Ma lo sgangherato eroe della sinistra greca è ormai lui (e il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz si è subito congratulato).
I sondaggi sbagliati
Non ci sono dubbi che molti fra gli indecisi, che avevano fatto sbagliare i sondaggisti, che avevano fatto credere a un testa a testa tra Tsipras e il capo dei conservatori, Evangelos Meimarakis, alla fine hanno scelto lui. Nuova democrazia si ferma sette punti sotto. Soprattutto, i greci non hanno creduto negli scissionisti di Syriza, nell’anti-Tsipras della sinistra del partito, Panagiotis Lafazanis: la sua Unità popolare non ha superato lo sbarramento del 3 per cento.
Tra la gente
Sussurra la settantenne Maria, intercettata ieri all’alba a Monastiraki mentre andava al seggio, che ha rivotato Tsipras anche ieri, che prima di lui ha sempre votato Pasok, che aveva una figlia a scuola con Alexis, che ha un cognato laureato e disoccupato e che parla tre lingue: «È la nostra ultima speranza, il nuovo Andreas Papandreou». Il paragone con il carismatico fondatore del Pasok non è nuovo, ma forse è destinato a consolidarsi. Per altri, come il tassista Yorgos, codino e camicia a quadretti, «è uno di noi. Abita a cento metri da casa mia, a Kypseli, è sempre gentile con tutti».
La vecchia oligarchia
Tsipras è sceso a patti con la troika: è il «tradimento» che ha tenuto molti militanti e simpatizzanti di Syriza lontani dalle urne. Ma per mantenere almeno la promessa di non scendere a patti con la vecchia partitocrazia - principalmente il Pasok - contro cui si è armato per anni e con i movimenti - come To Potami - che ha sempre additato come espressione dell’«oligarchia», alle sette di sera il leader di Syriza aveva già chiamato il suo attuale partner di governo, il leader di Anel Panos Kammenos, per riconfermare l’alleanza con la destra nazionalista. Anche qui, i sondaggi avevano sbagliato, dicevano che l’ex ministro della Difesa non ce l’avrebbe fatta ad entrare in Parlamento. Porta in dote dieci seggi, abbastanza per garantire a Tsipras, che dovrebbe averne presi 145, una maggioranza in Parlamento. Ma è risicata.
I nuovi scenari
La strada è ancora dura, come ha twittato Tsipras stesso, le trattative con i creditori devono andare avanti, la troika di Ue, Bce e Fmi si aspetta che il leader di Syriza si sbrighi a formare il suo nuovo governo. Lui, ieri, ha assicurato che l’esecutivo sarà pronto in tre giorni. La seconda, immane sfida è con la disastrosa situazione economica del suo Paese, precipitata nuovamente nei primi sei mesi, durante lo stallo delle trattative con l’Europa. Ma lo Tsipras 2, da questo punto di vista, promette di essere molto diverso.