Il Sole Domenica 27.9.15
Passioni spinoziane
di Ar. M.
Nato ad Amsterdam da una famiglia di commercianti ebrei, in sinagoga Spinoza studiò teologia e fu invitato a osservare la regola di Gamaliele, secondo cui «ogni uomo dotto, che non sappia anche un mestiere, finisce per diventare un furfante», occupandosi com’è noto di ottica. Nell’epoca dei roghi e dell’Inquisizione, il pensiero spinoziano appare in tutta la sua dirompente radicalità, oltre a rivelarsi profondamente innovativo: addirittura precursore di molti temi al cuore degli interessi di studiosi e scienziati di oggi. Baruch Spinoza avrebbe il merito, secondo alcuni, di aver anticipato da filosofo molti dei problemi che oggi sono affrontati nelle neuroscienze: dal rapporto mente/corpo all’analisi delle emozioni e dei sentimenti, elaborati all’interno di una visione protobiologica incentrata sul principio di autoconservazione degli organismi. Come osserva il neuroscienziato Antonio Damaso, il pensiero di Spinoza ha davvero un’importanza fondamentale per qualsiasi descrizione si voglia dare delle emozioni e dei sentimenti umani. «Tratterò della natura e delle forze degli affetti e del potere della mente su di essi. Considererò le azioni e i desideri umani come se si trattasse di linee, di superfici e di corpi», leggiamo in un passo rivelatore dell’Etica che è una delle più belle “dichiarazioni di intenti” si possano trovare in un trattato di filosofia. «Un affetto non può essere ostacolato né tolto se non da un affetto contrario e più forte», si legge ancora nell’Etica. Nessuna dicotomia tra passione e ragione in una filosofia come quella di Spinoza che prevede un legame stretto e peculiare tra corpo e mente. Anche per governare filosoficamente le passioni, dunque, è alle passioni che bisogna volgersi.