martedì 22 settembre 2015

Il Sole 22.9.15
L’Europa incalza il nuovo governo Tsipras
Commissione e Eurogruppo chiedono al riconfermato premier di avviare subito le riforme
di Vittorio Da Rold


ATENE «È una grande vittoria del nostro popolo, che ci ha dato mandato di lottare dentro e fuori il nostro Paese. Continueremo la lotta cominciata sette mesi fa». Con queste parole Alexis Tsipras ad Atene, in una piazza gremita di folla ha festeggiato nella notte tra domenica e lunedì la sua terza vittoria in nove mesi se si conteggia anche il referendum di luglio. «Il popolo greco è sinonimo di lotta e dignità. Questo è un mandato per i prossimi quattro anni».
Intanto il ministero degli Interni ha fornito i risultati definitivi delle elezioni in Grecia: Syriza si conferma il primo partito con il 35,5% dei voti. Al partito di Tsipras saranno attribuiti 145 seggi. Nea Dimokratia è il secondo partito, con il 28,1% dei voti e 75 seggi. I neofascisti di Alba Dorata sono il terzo partito con il 7% e 18 seggi (il 16% dei votanti Alba dorata sono disoccupati), quarti i socialisti del Pasok con il 6,28 per cento (17 seggi). I comunisti di Kke si attestano al 5,6% con 15 seggi, To Potami al 4,09% con 11 seggi. I Greci indipendenti ottengono il 3,69% con 10 seggi e l’Unione dei centristi il 3,43% con nove seggi.
Il premier uscente si riconferma vincitore in un voto politico incerto, dove l’astensione è passata dal 36,4% al 45,2%. Tsipras ha deciso di riformare l’alleanza con i nazionalisti dei Greci indipendenti, così come nel precedente esecutivo, per un totale di 155 seggi su 300 complessivi. Evapora così la necessità di stringere una alleanza con i socialisti del Pasok o con i centristi di To Potami che restano all’opposizione mentre ambivano a diventare l’ago della bilancia per future coalizioni.
Il leader di Nea Dimokratia, Vangelis Meimarakis, che ha condotto una campagna molto efficace, resta al 28% dei consensi e si è congratulato con il vincitore: «Ora può fare l’esecutivo che ritiene», ha detto. Nd deve cercare un nuovo leader più carismatico, meno legato all’ingombrante passato dei conti truccati sul debito e organizzare un congresso nazionale al più presto.
I ribelli di Syriza, confluiti nel nuovo partito di Unità popolare di Panagiotis Lafazanis, l’ex ministro dell’Industria, non superano la soglia del 3% e restano fuori dal Parlamento.
A Syriza vanno dunque 145 seggi, quattro in meno rispetto al voto di gennaio quando ne aveva conquistati 149 con il 36,6% dei voti, ma grazie ai dieci seggi dei Greci indipendenti di Panos Kammenos, l’ex ministro della Difesa del precedente esecutivo, può rifare praticamente un governo fotocopia del precedente e portare avanti le politiche di attenuazione dell’austerità per le classi più disagiate e continuare le trattative sulla ristrutturazione del debito. Tsipras esce rafforzato dal risultato elettorale nei confronti dei creditori internazionali perché resta in sella dopo essersi liberato dai ribelli interni contrari alla firma del piano di salvataggio da 86 miliardi di euro di crediti in cambio di riforme strutturali, taglio delle pensioni anticipate e aumento dell’Iva e fine degli sconti sull’Iva del 30% per le isole.
«L’accordo con i creditori verrà applicato e i duri negoziati con i creditori continueranno» ha fatto sapere la portavoce di Syriza subito dopo il risultato. La Commissione europea si è congratulata con Alexis Tsipras, come pure il premier Matteo Renzi, ma Bruxelles si aspetta che le discussioni per la verifica dell’attuazione dell’accordo sul terzo programma di aiuti alla Grecia comincino «in autunno» e ha inviato ad Atene un segnale preciso: «Non c’è’ tempo da perdere». Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, si è felicitato con Tsipras per il successo elettorale e si detto «impaziente» di vedere la formazione di un nuovo governo «con un forte mandato per proseguire nelle riforme».
Il Paese è andato al voto cinque volte negli ultimi sei anni e tre negli ultimi nove mesi. Il dato dell’affluenza è stato del 55,4% rispetto al 63,6% di gennaio, ma una certa stanchezza elettorale è comprensibile: complessivamente 700mila elettori su 10,5 milioni di abitanti si sono astenuti rispetto a gennaio.
Tsipras ha giurato ieri sera alle 20 nelle mani del presidente della Repubblica greca Prokopis Pavlopoulos, mentre l’esecutivo dovrebbe prestare giuramento oggi. I nomi dei ministri del nuovo governo verranno annunciati stamattina. Secondo varie fonti, Panos Kammenos dovrebbe riprendere la guida della Difesa, e come ministro delle Finanze dovrebbe restare Euclid Tsakalotos. Giorgos Chouliarakis, attuale ministro ad interim per le Finanze, viene dato in pole position per il nuovo “superministero” che dovrà vigilare sull’applicazione degli accordi con i creditori.