lunedì 7 settembre 2015

Corriere 7.9.15
Anand Menon
professore di Politiche europee al King’s College di Londra
«Noi britannici ipocriti Ma la svolta tedesca è dominata dal mercato»
intervista di Michele Farina


LONDRA Nel 2102 Angela Merkel disse in privato a David Cameron che la Gran Bretagna si comportava come «il figlio problematico» d’Europa. E adesso? «Be, adesso è peggio. Per l’Europa siamo diventati una vera rottura». Anand Menon, 50 anni, professore di Politiche europee e affari esteri al King’s College di Londra, è uno dei trecento e passa accademici che hanno chiesto al governo conservatore di mostrare «più generosità» nella crisi dei rifugiati.
Però Cameron ha abbandonato la sua intransigenza, annunciando porte aperte per migliaia di rifugiati. Non è abbastanza?
«Vedremo questa settimana nei dettagli quanti effettivamente saranno accolti. Per ogni rifugiato che accettiamo noi, la Germania ne prende 35. E il governo ha fatto marcia indietro solo dopo la reazione dell’opinione pubblica».
Quanto hanno contato le immagini di Aylan Kurdi sulla spiaggia di Bodrum?
«Non saprei dirlo. I media tendono a dare molta importanza a queste cose».
Cameron ha cambiato idea quel giorno…
«È vero. Però poi si è rifiutato di agire di concerto con l’Europa. Finirà per danneggiarlo».
Perché?
«Cameron vuole rinegoziare la posizione britannica nella Ue. Alla base c’è anche una questione di fiducia, di reputazione. Ha ragione Romano Prodi. Se sbattiamo la porta anche sui rifugiati, aspettiamoci lo stesso trattamento sui benefit. Mentre sul tavolo comunitario ci sono problemi immensi, Eurolandia, i rifugiati, l’Ucraina, le nostre agognate riforme sembrano bazzecole. Come ha detto un funzionario Ue: quando parla Cameron a un vertice, è come un break pubblicitario in mezzo a un thriller».
Cameron deve badare al referendum dell’anno prossimo e agli euroscettici: l’ultimo sondaggio li dà in vantaggio…
«È vero che qui tutto ciò che porta l’etichetta europea è politicamente sospetto, un po’ come in Francia accadeva con l’etichetta “americano”. Ma il governo poteva dire: l’emergenza immigrati non ha niente a che vedere con l’Europa».
Anche il tasto immigrati scotta…
«Il problema di Cameron è che la destra dei Tory è euroscettica anche a causa del dossier immigrazione. E lui deve barcamenarsi».
Bisogna riconoscere che Londra dà oltre un miliardo di euro per gli aiuti nei campi dei rifugiati.
«Sì ma anche questa posizione odora di ipocrisia. Diamo soldi a Giordania e Turchia perché tengano aperti i loro confini e intanto teniamo chiusi i nostri».
E intanto i tedeschi oltre ai Mondiali vincono la gara umanitaria…
«E quella del mercato, che ha bisogno di nuova forza lavoro. Il governo tedesco va dai sindacati: vi portiamo qualche migliaio di lavoratori siriani, laureati. Evviva. In pace con la coscienza si bada al sodo. Rispetto a Cameron la Merkel è fortunata: è la leader europea più forte di fronte al suo elettorato».
E Hollande le va a braccetto…
«Questione di immagine. Francia e Germania amano apparire d’accordo. Ma Parigi con il Front National forte e le elezioni alle porte non si può permettere la generosità tedesca».
La Gran Bretagna invece è nel girone dell’ex blocco sovietico…
«Paragone ingeneroso. Loro non hanno mai avuto immigrazione. Da noi continua ad aumentare. Non stiamo chiudendo i confini. Sbagliato o no, è un tema elettorale fondato. Ci sono posti che hanno ricevuto molti arrivi in poco tempo. Posti per esempio dove questo ha causato una crisi degli alloggi».
Cameron punta a dare il via a raid aerei in Siria entro 30 giorni.
«I politici spesso cercano di fare qualcosa non perché credano in una soluzione, ma per dare l’impressione di non stare con le mani in mano».