Corriere 4.9.15
L’algoritmo-lotteria che sceglie i prof
Assegna le cattedre incrociando punti e province
Il Miur: nessun errore, fatte più simulazioni
di Claudia Voltattorni
ROMA «Lontani centinaia di chilometri». «Cattedre assegnate in contrasto con il curriculum». «E magari chi ha il punteggio più basso resterà vicino casa: sarebbe questa la meritocrazia?». Il giorno dopo la lunga notte dei prof precari d’Italia continuano le polemiche contro il «cervellone elettronico» del Miur che ha selezionato i docenti da assumere a tempo indeterminato e mandato le mail con la proposta di assunzione. «Un algoritmo ha costretto migliaia di famiglie ad abbandonare la propria regione», protestano i sindacati che infatti parlano di «lotteria» o «roulette russa» per i 9 mila prof appena nominati: molti di loro dovranno trasferirsi anche molto lontano da casa se vorranno ottenere l’assunzione definitiva. Carmelo Barbagallo della Uil parla di «un’altra fase di esodi nel mercato del lavoro» e chiede un intervento per «correggere alcuni punti, sono state commesse delle iniquità». Ma il Miur conferma che «la procedura relativa all’assegnazione dei posti della cosiddetta fase B ha funzionato correttamente».
Il punto sono i quasi 7 mila prof che se vorranno l’assunzione definitiva dovranno trasferirsi molto lontano da casa. Nella domanda di assunzione, ogni docente doveva compilare una lista con 100 province di preferenza. L’algoritmo del Miur incrociava quella lista con il fabbisogno delle scuole in tutta Italia. Una volta le preferenze erano al massimo 3. Qui c’è stata la «lotteria». La professoressa di musica Vanessa Scarano, ad esempio, da Pesaro finirà a Trapani che nella sua lista era al 91mo posto: «È stata una batosta, in cima avevo messo Pesaro, Massa Carrara, anche Frosinone, ma la Sicilia proprio non me l’aspettavo». Accetterà l’assunzione, ma poi proverà ad avvicinarsi. «Il sistema — spiega il Miur al Corriere — ha assegnato i posti disponibili secondo i criteri indicati dalla legge 107: ordine di preferenza espresso dai docenti, sia rispetto alle abilitazioni possedute (sostegno o materie cosiddette comuni), sia rispetto alle graduatorie in cui è presente (concorso o GAE)». E sulle province, «si è inoltre tenuto conto dell’ordine di preferenza espresso fra tutte le province presenti sul territorio nazionale».
Chi ha il punteggio più alto ottiene la cattedra vuota, che però è soprattutto al Nord, mentre i precari con più punti, causa più anni di precariato sulle spalle, sono soprattutto al Sud, quindi i primi ad essere scelti. Il sistema del Miur, come una specie di ruota del lotto, incrocia punti e province e fa girare la pallina fino a che non trova un posto libero. Se non si esprimevano tutte le 100 province si rischiava di restare fuori. Ma è il cervellone che sceglie, non il docente come succedeva in passato. Ecco perché la prof Scarano è finita a Trapani da Pesaro. O la coppia di Cagliari, Luisa Monni e Manuel Cadeddu, raccontata ieri dal Corriere , ha avuto una cattedra a Genova e una a Reggio Emilia. Ma il cervellone ha anche scelto solo 9 mila professori su 16.210 posti disponibili: incrociando punti e preferenze non ha trovato i profili adatti.
«Il sistema non sbaglia, è tutto automatizzato e non c’è un intervento umano — spiega un dirigente del Miur —: è stato testato più volte, sono state fatte più simulazioni durante l’estate proprio per evitare problemi: i risultati sono sempre stati gli stessi». Certo, riconosce, «forse per una maggiore omogeneità era meglio dividere il punteggio per il numero di anni di precariato»: così non ci sarebbero stati tanti precari del Sud in partenza per il Nord. I giorni scorsi il «cervellone» ha lavorato per quasi 60 ore per elaborare e incrociare tutti i dati. Il sistema è un software fornito al Miur dalla HP Enterprise Services Italia S.r.l che da anni gestisce il sistema informativo del ministero dell’Istruzione.
Intanto, continuano ad arrivare i sì alle assunzioni: fino a ieri sera sono state 1.353 le proposte di contratto accettate. C’è tempo fino all’11 settembre.