domenica 20 settembre 2015

Corriere 20.9.15
La Cina di Xi prima censura e poi fa affari con Murdoch
di Guido Santevecchi


In Cina il Wall Street Journal è censurato: sul web il sito è inaccessibile (come quelli di altri giornali e agenzie di notizie americane, più Google, Facebook, Twitter). Ma il presidente di News Corp, proprietario del WSJ , Rupert Murdoch, è appena stato ricevuto con tutti gli onori nella grande Sala del Popolo sulla Tienanmen dal presidente Xi Jinping. La foto dell’editore che si è sempre vantato di scegliere i politici vincenti (storico l’appoggio dei suoi giornali a Tony Blair agli albori del New Labour) ieri era in prima pagina in Cina, sotto il titolo: «La stampa estera è benvenuta, dice Xi». Benvenuta, tenuta d’occhio e censurata, se serve.
Non si sa se lo Squalo dell’editoria sia più compiaciuto o più ironico nel tweet lanciato da Pechino: «Mia foto esageratamente adulatrice sul China Daily . Un po’ come la copertura di una risplendente Hillary su Washington Post e New York Times ». Xi Jinping la settimana prossima sarà in visita di Stato negli Stati Uniti e ha detto di aspettarsi che i media stranieri promuovano la mutua comprensione e collaborazione tra i due popoli. Il miliardario editore sorrideva.
Un gioco delle parti tra due uomini di potere. Murdoch aveva cercato di penetrare nel mercato cinese anni fa, ma nel 2010 si era ritirato vendendo i suoi tre canali tv in mandarino rendendosi conto che il protezionismo commerciale comunista era troppo forte. Ora sta valutando la possibilità di riprovarci con la sua «21st Century Fox», che potrebbe aprire parchi di divertimento nella Repubblica Popolare. Ecco spiegati incontro e sorrisi.
Nel suo tour americano, prima di essere ricevuto da Obama alla Casa Bianca, Xi parteciperà al forum Usa-Cina dell’industria Internet, con i leader di Facebook, Google, Apple e il direttore del Great Firewall, la muraglia cinese che oscura i contenuti sgraditi al partito comunista sul web. Pechino cerca di fare affari anche con la censura.