martedì 15 settembre 2015

Corriere 15.9.15
Le «case per ferie»: con 140 euro a notte c’è anche la piscina e il campo da tennis


ROMA «Scusi, mi perdoni, ma... 140 euro al giorno?».
«Sì, ma oltre alla prima colazione nel prezzo è compreso l’uso di piscina, campo da tennis, aria condizionata, wi-fi...».
Se cercate un convento, forse, vi conviene riattaccare il telefono.
A Roma le «case per ferie» sono poco meno di trecento: alcune, evidentemente, hanno prezzi e servizi da hotel a quattro stelle. I posti letto complessivi sono tredicimila: e se la Capitale ha — tra alberghi, B&B e residence — 1.041 strutture ricettive private, ecco che ogni quattro hotel uno appartiene alla Chiesa. Il punto, però, è un altro: per il Comune il 38 per cento delle «case per ferie» non ha pagato l’Imu. Mai. E la Tasi? Quasi lo stesso: un terzo delle strutture non l’ha mai versata. E tra gli elenchi del Campidoglio ce n’è uno che incrocia i dati dei versamenti Imu (dal 2012) e Tasi (dal 2014): 59 strutture non le hanno pagate. Né l’una né l’altra, mai.
Secondo i dati di Roma, l’Imu viene pagata regolarmente da 94 strutture: quattro su dieci, quindi. In verità la legge prevede l’esenzione (decreto Monti, 2012) ma, come spiega il consigliere comunale Radicale Riccardo Magi «per godere del beneficio l’ente proprietario non deve essere a scopo di lucro e l’attività va esercitata con modalità non commerciale, quindi, si legge nel testo, “a titolo gratuito o simbolico, e comunque non superiore alla metà dei corrispettivi medi previsti per analoghe attività”». Gratuito o simbolico? «Da noi la “ superior ” costa 140 a notte, la prima colazione è inclusa e viene servita nel nostro roof garden».
Difficile capire quanto valga, complessivamente, questa partita: Graziano Delrio, nel 2012 presidente Anci, parlò di 500 milioni l’anno. Di certo, nella Capitale, le difficoltà di riscossione riguardano anche la tassa sui rifiuti, la Tari: 91 case per ferie sono sconosciute al fisco. Certo, sono partite ingiunzioni di pagamento per 19 milioni: 32 strutture hanno pagato, 101 però hanno avviato un contenzioso. Come le Piccole Ancelle del Cristo Re, in causa per 320 mila euro; o la Congregazione delle Mantellate: 281 mila euro versati, ancora in ballo più di un milione e mezzo; come le Suore Oblate del Bambino Gesù: hanno pagato 9.176 euro su un contenzioso che ne vale 694 mila. Invece «Domus Sessoriana» e «Villa Irlanda» sono nell’elenco del Comune delle strutture che non hanno pagato né Imu né Tasi: roof garden di qua, piscina di là. E il costo della «doppia» tra 120 e 140 euro. Al giorno, certo.