martedì 15 settembre 2015

Corriere 15.9.15
Le ministre ombra di Corbyn il rosso
Se anche la sinistra-sinistra scopre di avere un tetto di cristallo
Quando la sinistra sembra risorgere i maschi che vincono fanno spogliatoio: nel governo ombra del laburista Corbyn ci sono più donne che uomini, ma in ruoli non primari.di Maria Laura Rodotà


Ipotesi uno: la correttezza politica ha stancato i maschi di sinistra-sinistra più degli altri, perché a loro è stato troppo a lungo vietato di fare i cretini. Ipotesi due: tutti i leader uomini hanno un loro inner circle di maschi amiconi, con qualche donna affidabile e devota ai margini del cerchio e — ora si usa — un tot di femmine cooptate a mostrare come si lavori alla parità di genere; capita in governi moderati, capita nel nuovissimo gabinetto ombra del laburista Jeremy Corbyn. Che vanta, dopo una giornata di critiche e proteste, aggiustamenti, riconoscimenti, per la prima volta più donne che uomini, 16 su 31; ma generalmente in ruoli non primari. Mentre sono uomini i ministri ombra di Interni, Esteri, Economia e il vice-Corbyn oltre a Corbyn, insomma è nato il miliardesimo gruppo dirigente con uomini alla testa. E magari, ipotesi tre: quando il gioco si fa duro, quando la sinistra sembra risorgere (magari, come nel Regno Unito, perché c’è un centrosinistra che ha deluso) i maschi che vincono fanno, diciamo, spogliatoio. Quest’anno capita spesso. È successo in Grecia, a gennaio, dopo la vittoria di Syriza: Alexis Tsipras ha formato un governo tuttimaschi, con poi una donna, Zoe Konstantopulou, come presidente della Camera. Sta succedendo — non in un governo, non in un gabinetto ombra, in un pezzo di opinione pubblica — negli Stati Uniti intorno a Bernie Sanders, senatore socialista del Vermont candidato alle primarie democratiche che al momento se la gioca con Hillary nei sondaggi in Iowa e New Hampshire. I suoi sostenitori sono uomini bianchi di tutte le età; le donne democratiche, anche liberal, continuano a preferire la Clinton. Anche quando non la amano, forse perché credono nel valore trasformazionale di una presidente degli Stati Uniti donna: se ce la facesse, tra New York e Washington sarebbero donne il governatore della Federal Reserve, Janet Yellen, il direttore del Fondo Monetario, Christine Lagarde, e l’occupante della Casa Bianca; una triplete che potrebbe cambiare il modo di vedere/di vedersi delle femmine, col tempo, magari. Intanto, a Londra, si polemizza più modestamente. Su quantità e ruolo e materiali organici: un giornalista di Sky News ha sentito una voce maschile dire a Corbyn «ci sta arrivando addosso tanta di quella merda sulle donne che dovremmo nominare Angela (Eagle, appena scelta come Business Secretary, ndr ) anche ministro di Stato ombra». Detto fatto. Non è servito a molto, però. Non sono contente molte parlamentari laburiste, sono perplessi i media di più o meno sinistra, non pare risolutivo il comunicato del Team Corbyn. In cui si sostiene che gli incarichi più importanti sono considerati tali in base a criteri del Diciannovesimo Secolo; quindi — si deduce — quelli dati alle femmine non sono tanto disgraziati. Detto questo: il programma di Corbyn è uno dei più femministi che ci siano, solo, viene proposto da una leadership di cinque uomini (poi ci sono delle donne accanto a loro nelle foto, come si fa sempre, e a volte non funziona).