domenica 13 settembre 2015

Corriere 13.9.15
«Un leader ineleggibile Neppure lui si immagina di diventare primo ministro»
di Dan Hodges


È possibile guardare i lati positivi, perché esistono. Il cambiamento è finalmente arrivato a scuotere uno dei due grandi partiti storici britannici. Un cambiamento vero, non quelle finte mosse tanto amate da politici, analisti e consulenti d’immagine. Un grande entusiasmo ha circondato l’elezione di un leader politico inglese. D’accordo, l’entusiasmo è rimasto circoscritto a coloro che già dimostrano un forte interesse per la politica, ma costoro hanno scelto di diventare partecipanti attivi, anziché restare osservatori muti. Siamo davanti a un momento storico, a una vera svolta. Quello che è accaduto oggi avrà un impatto sulla vita della nostra nazione per anni a venire, forse per decenni.
Fin qui gli aspetti positivi. L’elezione di Jeremy Corbyn alla guida del partito laburista è una catastrofe. Una catastrofe per il partito laburista. Una catastrofe per il nostro sistema politico. Una catastrofe per il paese.
Chiudiamo per un attimo le orecchie alle esclamazioni di giubilo proveniente dai laburisti inossidabili, e da tutti coloro che si esaltano davanti a un futuro di speranza e al rinnovamento della sinistra. Chiudiamo le orecchie e apriamo gli occhi.
Ancora una volta, il partito laburista è riuscito a eleggere un leader ineleggibile. Il quale, ancor prima di aver pronunciato una parola o annunciato una qualsivoglia nuova linea politica, ha già consegnato il suo partito alla sconfitta nelle prossime elezioni politiche. Sì, è vero, il partito laburista sapeva di aver davanti una montagna da scalare nel 2020, ma con le sue azioni ha già effettivamente annunciato al suo sherpa: «Portaci fino in cima all’Everest, ma per favore devi farlo con il cappuccio sugli occhi e trasportando sulle spalle questo pianoforte a coda». E poi, tanto per non sbagliare, gli hanno spezzato entrambe le gambe.
Gli oppositori di Jeremy Corbyn non riescono a immaginarlo nelle vesti di primo ministro. Gli stessi sostenitori di Jeremy Corbyn non riescono a immaginarlo nelle vesti di primo ministro. Persino Jeremy Corbyn non riesce a immaginare se stesso nelle vesti di primo ministro. E come mai faranno gli elettori a immaginarlo in quel ruolo? Non lo immaginano, tutto qui.
Il partito laburista non ha soltanto rinunciato a qualunque prospettiva di entrare a far parte del governo, ha rinunciato a qualunque prospettiva di diventare un partito di opposizione. All’inizio della settimana, David Cameron ha chiamato a raccolta i suoi ministri per una riunione di gabinetto, allo scopo di analizzare le potenziali conseguenze politiche di una vittoria di Corbyn. Un ministro ha fatto notare le dimensioni della base potenziale di attivisti laburisti. Un altro ha sottolineato come l’entusiasmo per Corbyn tra i sostenitori laburisti gli ricordava gli esordi del partito nazionalista scozzese. Poi c’è stata una pausa. E subito dopo tutti sono scoppiati a ridere. E si sono detti tutti d’accordo che quel risultato elettorale andava ben al di là delle loro più fantasiose aspettative.
(Traduzione di Rita Baldassarre)