domenica 23 agosto 2015

Repubblica 20.8.15
Il gran rifiuto della top model “Addio sfilate odio il mio corpo”
A 23 anni Cara Delevingne abbandona la moda “Questo mestiere mi ha fatto sentire più vecchia. Troppa tensione: ora basta”
di Rosalba Castelletti


LONDRA . Con le sue sopracciglia spesse a incorniciare gli occhi azzurri e il broncio irriverente, Cara Delevingne era diventata la musa incontrastata delle passerelle, capace di affrontare fino a cinquantatré sfilate in una sola fashion week. A 23 anni, compiuti giusto una settimana fa, l’erede di Kate Moss con oltre 17 milioni di teeanger fan su Instangram ha però deciso di chiudere col mondo della moda. Un altro addio che va a nutrire il mito della rinuncia al successo. «Fare la modella mi ha fatto sentire vuota dopo un po’. Non mi ha fatto crescere come essere umano. E ho quasi dimenticato quanto fossi giovane. Mi sentivo così vecchia». Classe 1992, la musa di Karl Lagerfeld parla al passato della sua carriera iniziata solo quattro anni fa, quando, ancora teenager, la campagna pubblicitaria di Burberry la catapultò nell’olimpo delle top model più pagate. Diecimila euro al giorno, si stima.
In una intervista al Times Magazine , la modella britannica confessa di essere arrivata a «odiare se stessa e il suo corpo» fino a soffrire di psoriasi e a doversi ricoprire di fondotinta prima di calcare le passerelle. «La gente indossava i guanti e non mi voleva toccare perché pensava che fosse lebbra o qualcosa del genere ». A causare il suo malessere non solo i ritmi estenuanti, ma anche il senso di disgusto per le pose sexy che la costringevano ad adottare. «Nella moda siamo tutte ragazze. Cominci quando sei davvero giovanissima e fai, sei costretta a fare… cose non belle». Non è un caso che sotto il piede Cara abbia tatuata la scritta “Made in England”, quasi il suggello di come si è sentita per tanto tempo: una bambola più che una persona.
E così la scelta di rinunciare, di mollare un mondo che la faceva sentire come se stesse correndo contro un muro. «Non farò più moda». All’orizzonte per lei c’è una promettente carriera d’attrice: ben sei i film che la vedranno presto sul grande schermo, tra cui Città di carta tratto dal romanzo omonimo di John Green, Tulip Fever con Judi Dench e London Fields al fianco di Johnny Depp. Ma quello di Cara resta comunque un salto nel buio. Come quello di Twiggy, che a soli 16 anni, nel 1970, era diventata l’icona della Swingin’ London e a 21 disse: «Non posso fare la stampella per tutta la vita», abbandonando la moda per la musica, il cinema e la tv. Un altro shock simile nove anni fa, quando Lily Cole cercò - e ottenne- l’ammissione alla Cambridge University diventando una delle migliori studentesse del suo corso: lei, la modella dalla chioma rosso carota scoperta appena quattordicenne mentre addentava un hamburger a Soho, apparsa a 16 anni sulla copertina di
Vogue e poi sull’edizione francese di Playboy .
Tra chi ha detto addio alla fama, c’è chi si è ritirato in tempo per diventare immortale. Prima che arrivassero le rughe, come fece Greta Garbo a 39 anni, dopo diciannove di carriera e 27 film. Ma c’è anche chi ha solo rallentato per poi tornare, come Milla Jokovich che, dopo la pausa di due anni fa con le campagne pubblicitarie e i set cinematografici per dedicarsi alla figlia Ever, è tornata sul grande schermo con Anarchy e Survivor . Certo è che, come disse Art Garfunkel sulla fuga di Paul Simon, «sembra da scellerati buttare alle ortiche la fama che si è conquistata e dire addio al successo. È una cosa da pazzi ». Difficile azzardare se quella di Cara sia saggezza o pazzia. Un vero e proprio addio o una parentesi. Forse, come ha scritto la sua intervistatrice Shane Watson su Times Magazine , la sua confessione è solo «il più debole soffio di una tristezza sepolta».