sabato 29 agosto 2015

La Stampa 29.8.15
Dal Colle nessuna pressione su Grasso
di Ugo Magri


Per ora gli emendamenti di Calderoli alla riforma del Senato sono 510mila 263. Una task force di funzionari ha saltato le ferie per catalogarli. Ma di qui all’8 settembre, quando ricomincerà la battaglia a Palazzo Madama, le proposte di modifica potrebbero diventare addirittura 5 o 6 milioni. «Se ce ne sarà bisogno io sono pronto», conferma in queste ore l’ex ministro della Lega. Calderoli ha un programma informatico capace di proporre tutte le varianti che desidera. L’obiettivo è «grippare» la macchina legislativa, cioè rendere materialmente impossibile l’adozione di contromisure come il famoso «canguro», capace di far fuori tutti gli emendamenti simili: per stabilire se si somigliano bisognerebbe quantomeno leggerli...
L’ostruzionismo della Lega diventerà letale soprattutto se sarà messo ai voti l’articolo 2, cuore della riforma. In quel caso si scatenerebbe la sinistra Pd che vuole un Senato elettivo. Il governo dice no, l’articolo 2 non si può cambiare perché vietato dal Regolamento. Ma le opposizioni sostengono l’esatto contrario e il presidente Grasso, da certe dichiarazioni, sembra della loro stessa opinione. Circola voce (non si sa messa in giro da chi) che Mattarella potrebbe intervenire su Grasso per fargli cambiare idea. Però nel giro quirinalizio si nega che questa chiacchiera abbia fondamento. Nessun incontro risulta in programma. E comunque il Capo dello Stato, in questi primi mesi del suo mandato, è sempre stato attentissimo a non interferire con l’autonomia del Parlamento. Il Colle, scommettono i suoi frequentatori, se ne terrà fuori. L’auspicio, semmai, è che con il buonsenso di tutti (e, se serve, qualche settimana in più) la riforma prosegua il suo cammino, anche perché l’Europa ci osserva. Se non diamo prova di cambiare le istituzioni, difficilmente otterremo sconti sul rigore.