sabato 29 agosto 2015

La Stampa 29.8.15
“Siete un fattore di ritardo” Squinzi attacca i sindacati
Il leader di Confindustria: “Facciamo il tifo per chi taglia le tasse”
di Giuseppe Bottero


«A uno che dice che riduce le tasse noi facciamo un tifo spietato». Mentre il governo lavora al taglio della Tasi e studia agevolazioni fiscali per le imprese del Sud, il premier Renzi incassa l’assist «pesante» del presidente di Confindustria. «Ritengo che sia fondamentale mettere mano seriamente alla spending review, poiché solo da lì si può andare a finanziare questa riduzione», dice Giorgio Squinzi a margine della festa dell’Unità di Milano. Prima dell’affondo secco contro il sindacato: «Mediamente è stato un fattore di ritardo: ha fatto ritardare tanto l’efficienza e la competitività complessiva del Paese».
Secondo il numero uno degli industriali «un sindacato moderno dovrebbe avere la capacità di rispondere in tempi utili perché non si perdano opportunità». E poco dopo spiega che sui rinnovi contrattuali «stiamo riflettendo, poi vedremo i rappresentanti dei lavoratori: comunque l’obiettivo di Confindustria non è quello della signora Camusso di prorogare senza rinnovi». Vogliamo «rinnovi forti che favoriscano le assunzioni a tempo indeterminato: i contratti collettivi sono irrinunciabili per giuste relazioni industriali».
I sindacati non ci stanno: «Purtroppo Squinzi fa così, ogni tanto si risveglia, vede la Tv e crede che il sindacato sia la Fiom, dimenticandosi della necessità di riforma del sistema confindustriale che come la Fiom è fermo a trenta anni fa», ribatte il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli. Secondo Barbagallo, leader della Uil, «le accuse generiche ai sindacati senza parlare del merito lasciano il tempo che trovano: Confindustria con chi parla e di cosa parla?».
Nella sua prima uscita dopo le ferie Squinzi interviene anche in difesa del ministro Poletti, nel mirino per il pasticcio dei dati sull’occupazione. «È difficile esprimere un giudizio se non si ha una conoscenza precisa: sicuramente solo chi fa sbaglia - dice -. Ho però l’impressione che ci sia qualcosa che non quadra: sono andato a guardare i dati del mio gruppo e in un anno abbiamo assunto 49 persone, non è possibile che siamo stati gli unici».
Anche se il tema resta caldo, così come il dibattito sulla proroga degli sconti fiscali per i nuovi assunti. Sul fronte del lavoro, c’è inoltre da registrare l’ennesima gelata per gli stipendi. Secondo la fotografia dell’Istat a luglio la crescita delle retribuzioni orarie si è fermata allo 0,1%, mentre nel confronto annuo si arriva all’1,2 per cento, comunque sui valori minimi. Segnali contrastanti, infine, sulla fiducia: se quella dei consumatori riprende a salire, quella delle imprese frena. Per Confesercenti, sulle aziende italiane «pesa ancora un clima di incertezza» perché «i segnali che arrivano dai mercati, soprattutto da quelli esteri, sono confusi e non permettono di definire uno scenario chiaro e sicuro di ripresa».