venerdì 21 agosto 2015

Corriere 11.8.15
T S O
Manconi: ormai sembra un mandato di cattura
Gli psichiatri: ma è meglio della sedazione coi farmaci
di Virginia Piccolillo


ROMA La denuncia è di Luigi Manconi: «La morte di Andrea Soldi dimostra che il Tso, il trattamento sanitario obbligatorio, da ricovero a tutela di chi rifiuta cure necessarie, si sta trasformando in una sorta di mandato di cattura. Con l’alto rischio che venga eseguito con metodica da fermo di polizia “classico” che tradizionalmente si chiude in maniera tragica». Ma è davvero così?
La denuncia
Nel 2015 sono già almeno tre i morti, accusa Manconi. «Uno a giugno nel salernitano ha avuto un arresto cardiaco dopo alcuni giorni da un Tso piuttosto sbrigativo. L’altro, la settimana scorsa, nella bassa padovana impressionante: con i carabinieri, mandati a prelevare il paziente, che davanti alla reazione hanno esploso colpi di pistola, uno dei quali lo ha ucciso. La legge prevede il Tso a tutela del paziente. Ma serve un personale formato o finisce come a Torino».
Le statistiche
I numeri dell’utilizzo di queste procedure sanitarie forzose, previste per pazienti con gravi disturbi psichici o malattie infettive (che prevedono la richiesta dello psichiatra e della Asl, l’autorizzazione del sindaco e la convalida del giudice) sono incompleti, e a volte contraddittori.
Secondo l’ultima analisi comparata fornita dall’Istat nel 2013, sono stati 9.021 i malati sottoposti a Tso, dei quali circa un terzo per schizofrenia, la malattia di cui soffriva Andrea Soldi. Al Nord erano stati 3.352, al Centro 1.638, nel Sud 2.162.
Da evidenziare un dato fra tutti: dei 1.869 casi di Tso delle isole solo in Sicilia se ne erano registrati 1.585. Un record: nessuna altra regione superava i mille casi e ben un trattamento obbligatorio su sei era stato in Sicilia.
Molto più numerosi non solo delle piccole regioni come la Valle d’Aosta, ultima in classifica con 35, ma anche del Piemonte (553). Una tendenza registrata anche nel 2011. Dei 9.372 casi, più di uno su tre era stato al Nord (in Piemonte 667). Ma in Sicilia se ne erano contati ben 1.509.
Lo spray «calmante»
«È un numero alto, ma temo che possano essere anche di più», chiarisce Emilio Sacchetti, presidente della Società italiana di psichiatria. Ma non concorda con l’analisi allarmata di Manconi. «La tendenza della psichiatria moderna è a usarli come ultima ratio . È vero che soprattutto al Sud, ci sono sacche di resistenza delle vecchie pratiche».
Tuttavia, spiega il professore, che è anche direttore del dipartimento psichiatria degli Spedali Civili di Brescia, «quando è necessario, il Tso si deve fare. Se non ci sono abusi credo sia meglio di una sedazione troppo pesante con farmaci. Per giunta a gennaio dovrebbero arrivare anche in Italia tecniche nuove che sedano in tutta sicurezza». Uno spray calmante, capace in tre minuti, di placare l’escandescenza.
«La morte di Andrea Soldi non è dipesa dal Tso, ma dalle modalità», concorda Enrico Smeraldi, che dirige il dipartimento di psichiatria del San Raffaele di Milano. «Il Tso non è più un provvedimento di polizia contro chi è pericoloso per sé e per gli altri. Ci sono procedure da seguire. E si applica solo per il periodo necessario. Nel nostro reparto su circa duemila ricoveri l’anno, mediamente i Tso sono 2-3. Un evento raro. Anche perché ormai ci sono farmaci, cosiddetti Depot, che si prendono una volta al mese. In questi casi il rifiuto della cura è meno frequente che nelle terapie giornaliere. Certo bisogna saperli usare».
«Sacche retrive a parte, chi tende ad usare il Tso soggiace a richieste di parenti», spiega Smeraldi. Ma, assicura, «manette e lacci sono cose che la psichiatria ha abbandonato (mentre ne fanno largo uso i reparti che assistono gli anziani). Anche perché il contenimento con la forza genera nel paziente la reazione scomposta».
Allora che fare? «Non bisogna arrivare a quel punto. Agire con cure psicologiche o farmacologiche prima».