venerdì 10 luglio 2015

Repubblica 10.7.15
Boeri ai sindacati: “Non esistono maxitagli a chi va in pensione prima”
La Cgil teme assegni più poveri del 35%. La replica dell’Inps: “Fantasie”
Lunedì vertice unitario con Cisl e Uil su previdenza e contratti, il primo in tre anni
di Luisa Grion


ROMA. Botta e risposta fra Inps e sindacati sulla riforma delle pensioni. Le proposte di riforma presentate dal presidente dell’Inps hanno scatenato la rivolta delle tre sigle, in particolare della Cgil, convinta che la formulazione prevista da Boeri comporti un taglio del 30 -35 per cento sugli assegni più poveri. Così ha fatto notare la leader Susanna Camusso.
Ma per il vertice dell’Inps quella stima è «fantasia pura». «Non ci saranno maxi tagli - ha precisato Boeri - nel caso di uscita anticipata dal lavoro la riduzione di reddito sarebbe, verosimilmente, del 3, massimo 3,5 per cento».
Lo scontro, in realtà, verte su quanta parte dell’assegno «anticipato » sia legato al contributivo. «Chi va in pensione prima deve spalmare il montante contributivo su più mesi rispetto a chi va in pensione più tardi» aveva detto il presidente Inps spiegando il suo progetto(sul quale, per altro, il ministro Poletti ha frenato dicendo che il governo «valuterà »). C’era la « flessibilità sostenibile » garantita dal contributivo, ma senza specificare se l’assegno anticipato dovrà poggiare interamente su tale metodo. Condizione prevista invece nella cosiddetta «opzione donna » (già oggi le lavoratrici possono uscire a 57 anni con 35 di contributi se accettano di abbandonare completamente il retributivo) che comporta penalizzazioni del 20-25 per cento sul reddito e che di fatto è poco utilizzata. «Una riduzione delle pensioni del 35 per cento è una cosa che non è mai stata prevista e anche l’idea che vada fatto un ricalcolo sul contributivo non ci appartiene » ha chiarito Boeri, aggiungendo che «si tratta di opere di fantasia pura di qualche persona che ha voluto screditare le nostre proposte senza provare ad analizzarle con una certa attenzione ». Per il presidente Inps, dunque, l’allarme della Camusso «è più che ingiustificato, un’invenzione di sana pianta» dal momento che «vogliamo chiaramente tutelare soprattutto i redditi e le pensioni basse». Il regime contributivo «è sostenibile e l’abbiamo dimostrato». Nelle proposte Inps «tuteliamo in tutti i modi chi è sotto questo regime, ma questo non vuol dire che chi non è sotto il contributivo si debba necessariamente allineare », ha specificato.
La leader della Cgil ha preso atto della risposta («sono contenta che lo dica»), ma ha tenuto il punto: «Ieri tutti abbiamo capito che la somma delle cose che ha detto Boeri portava a quel risultato». E se « lui dice che le penalizzazioni devono essere del 3,5 per cento l’anno, con un po’ di anni di flessibilità non arriviamo lontano da quelle cifre».Il tema è molto sensibile e lo dimostra il fatto che sarà all’ordine del giorno della segreteria unitaria che Cgil, Cisl e Uil hanno convocato per lunedì mattina. Sarà il primo vertice riunito da tre anni a questa parte, e oltre alle pensioni, dovrà affrontare il tema della riforma contrattuale. Argomento sul quale, a differenza della previdenza, le tre sigle vanno in ordine sparso.