La Stanpa 13.7.15
Unioni civili: la sinistra Pd contro il rinvio della legge
Cuperlo: “Votiamole subito pure con una maggioranza diversa”
I renziani incalzano i centristi: se non ci state scatterà il piano B
di Carlo Bertini Francesca Schianchi
Lo stop sulle unioni civili per i maldipancia dei centristi di Alfano non va giù alla sinistra del Pd che ora batte i pugni per correre e varare la legge entro l’estate, aprendo un nuovo fronte nel partito di governo. Ma da sinistra anche i più scatenati sostenitori della riforma, se dovessero scommettere un euro, lo farebbero sull’ipotesi rinvio in autunno. Perché sul tema gli animi della destra cattolica più oltranzista di cui Giovanardi è la punta di diamante, si surriscaldano al punto che la resa dei conti con i renziani che portano avanti la legge in Senato per decidere cosa fare non sortirà certo un’accelerazione: «La prossima settimana dovremmo avere la risposta dal gruppo area popolare che ci dovrà dire se è disponibile a condividere la nostra proposta o se per loro non è possibile. L’unica cosa che trovo inaccettabile è l’ostruzionismo», si agita Giorgio Tonini, il vicecapogruppo che a Palazzo Madama gestisce il dossier dei diritti.
Ultimatum senza data
Ma proprio l’ostruzionismo dei 1700 emendamenti centristi impedisce di andare avanti: ai pasdaran non basta la mediazione di escludere i matrimoni gay, rifiutano un istituto che certifichi la coppia, la reversibilità delle pensioni e le adozioni di figli naturali. Mentre una parte del gruppo, da Schifani in giù, è più dialogante. Ma se dai centristi arrivasse un niet è pronto il piano B, quello di far votare la legge sui diritti a maggioranze variabili con chi ci sta, dai grillini ai compagni di Sel. «Noi gli abbiamo detto: scegliete se fare un accordo con noi che saremmo più contenti, altrimenti prendiamo atto che la pensiamo in maniera diversa e lo presentiamo al voto in commissione e aula anche perché è un tema che non è nel programma di governo». Ma questo piano B allo stato non prevede uno strappo entro la pausa estiva, magari entro agosto si proverà a votare in commissione, ma niente di più. In aula incombe l’ingorgo di decreti in scadenza da approvare, pensioni ed enti locali, con in mezzo il voto sulla Rai entro il 25 luglio.
Pressing della minoranza
«Basta rinviare ancora: ci sono le condizioni per fare questa legge, aprendo a una maggioranza che potrebbe anche essere più larga e in parte diversa da quella che sostiene il governo», chiede l’ex sfidante alle primarie Gianni Cuperlo. «Non si può concedere potere di veto a Ncd», conviene Alfredo D’Attorre. «Siamo già fuori tempo massimo e ogni giorno che passa ce ne assumiamo la responsabilità», avverte il timoniere di Area riformista, Roberto Speranza. Rinviare la legge per fare spazio alla Rai? «Onestamente - sospira D’Attorre - mi pare che nella società ci sia un’aspettativa molto più diffusa per un intervento sulle unioni civili, non vedo tutta questa gente in giro ad aspettare la riforma della Rai». E nemmeno appare tanto giusto mettere le due leggi in competizione: «Ma come, sono mesi che sentiamo Renzi annunciare le unioni civili, sembra che dobbiamo votarle da un giorno all’altro, e ora il problema è che viene prima la Rai?», si domanda Speranza. Che esorta: «Si facciano entro l’estate tutte e due le leggi, questo governo quando vuole sa essere veloce e determinato, lo sia anche sui diritti civili». Per la sinistra Pd, dunque, la parola d’ordine è accelerare. Con qualunque maggioranza.