giovedì 16 luglio 2015

La Stampa 16.7.15
“Ha avuto ragione Barack. Ora il mondo è più sicuro”
Albright: “Sono importanti le verifiche, sarà un test per l’Onu. Per il successo è stata fondamentale la coppia Rohani-Zarif”
intervista di Francesco Semprini


«L’accordo di Vienna è un test importante per le Nazioni Unite, per dimostrare che il loro sistema funziona, che sono in grado di vigilare sul rispetto degli impegni presi, e che i P5 sono pronti a nuove convergenze su altri dossier, in particolare quelli relativi alla sicurezza globale». Nel giorno in cui il mondo assiste alla sigla dell’accordo sul nucleare iraniano, Madeleine K. Albright, prima donna a capo del Dipartimento di Stato Usa, è all’Onu per la presentazione del nuovo rapporto della Commissione su «Sicurezza globale, Giustizia e Governance». Per lei è sempre un gradito ritorno, un’opportunità per ripercorrere significativi momenti della carriera diplomatica. I contrasti con Boutros Boutros-Ghali sul genocidio in Rwanda e le opportunità mancate dall’Onu su quello di Srebrenica, quando era ambasciatrice al Palazzo di Vetro. Prima di giungere alla guida del dipartimento di Stato, voluta con forza da Bill Clinton, per gestire dossier delicati come la guerra in Bosnia-Erzegovina e il processo di pace in Medio Oriente.
Madam Albright, lei oggi è qui a parlare di «Sicurezza globale» in un contesto in cui l’accordo di Vienna sembra destinato a mutare le dinamiche...
«Quello raggiunto a Vienna è un grande accordo. Mi sono congratulata personalmente con l’amministrazione di Barack Obama e con gli altri membri del gruppo 5+1. Si tratta di un traguardo molto atteso e, mi auguro, l’inizio di un nuovo momento storico».
Quali sono le opportunità di questo nuovo momento storico?
«Come ha ricordato durante questi lavori la mia ex collega, Ellen Laipson, le Nazioni Unite hanno in primo luogo una grande opportunità per dimostrare che il loro sistema funziona».
Cosa intende precisamente?
«L’Aeia, di concerto con il Consiglio di Sicurezza, sono stati gli attori principali del lungo negoziato. E lo saranno nella fase successiva all’accordo affinché vigilino in maniera chiara sul rispetto degli impegni che l’Iran ha preso».
Come ex ambasciatrice all’Onu è consapevole che ci sono molte complicazioni nei rapporti tra i P-5 del Cds, pensa che questo accordo aiuterà ad avvicinare le posizioni dell’Occidente con quelle di Russia e Cina, su altri dossier?
«Io guardo i fatti, è fuori discussione che i Paesi del 5+1 hanno fatto un lavoro incredibile in questo negoziato. E il voto sulla risoluzione addizionale previsto per la prossima settimana lo certificherà. Penso quindi che questo debba essere d’esempio di come le cose possono funzionare quando si ha un obiettivo comune. Anche in questo senso l’accordo è un test per l’Onu».
È stato importante il cambio di leadership a Teheran?
«Penso che ci sia stata una combinazione di fattori che ha giocato a favore dell’accordo, superando l’impasse che durava da anni. Tra questi il binomio che si è affermato alla guida della Repubblica islamica, il presidente Hassan Rohani e il ministro degli Esteri, Javad Zarif, hanno avuto un ruolo determinante. Così come lo ha avuto il team di negoziatori che ha lavorato in queste ultime fasi. È tutto parte di un sistema che ha funzionato».
Israele, e gran parte dei repubblicani, dicono però che il mondo ora è in pericolo...
«Il presidente Obama ha detto che la condizione affinché questa intesa funzioni è che tutto quello che è contenuto nelle 159 pagine dell’accordo sia verificabile, riscontrato e accertato. Vedremo ora se lo sarà».
Quindi lei non crede che il mondo è meno sicuro?
«Non credo che il mondo sia esposto a maggiori rischi. Ripeto la condizione, leggendo ciò che ha sottolineato il presidente Obama, è che tutto deve essere costantemente verificato, ci deve essere trasparenza da parte dell’Iran. Detto questo penso che se effettivamente questo accordo fermerà il progetto di Teheran di dotarsi della bomba atomica, si tratta di un importante passo in avanti in termini di sicurezza».
Possiamo dire quindi che Obama incassa un importante risultato?
«È un grande risultato per il mondo e in particolare per la regione, aspetto cruciale direi in questo momento».