venerdì 3 luglio 2015

Il Sole 3.7.15
Cuba rilancia sul turismo di élite
Alla 35ª edizione di FitCuba offerte nuove opportunità ai soci italiani in arrivo
Dopo il disgelo. Il nostro Paese è quello che ha incrementato di più il flusso di visitatori verso l’Isla grande (+17,4% nel 2014)
di Roberto Da Rin


L’AVANA Davanti a un mojito ghiacciato, Marilyn Bobes, una delle scrittrici più brillanti de L’Avana, racconta un fatto, con il tono di chi non ammette repliche e lo sguardo appena ingentilito dai suoi occhi verdi. « A Cuba accade questo. Un giorno ti alzi e ti accorgi che il tuo grande amore, la tua migliore amica, il tuo parente più caro, hanno deciso di andarsene. All’inizio sembra quasi naturale poi, con il passare del tempo, queste assenze creano un vuoto disperato tra quelli che restano e quelli che partono». Molti cubani se ne vanno, proprio mentre arrivano i capitali.
Emigrazione e investimenti
Appena fuori dalla città, nei primi chilometri dell’autostrada che da L’Avana porta verso Est, campeggiano i cartelloni della propaganda: Pueden soñar, pueden lograrlo, (potete sognare e i vostri sogni si potranno avverare). E in effetti quelli del governo si stanno realizzando. A Cuba di capitali stranieri ne sono entrati molti. Provenienti dalla Cina, dalla Spagna, dal Canada, dal Brasile, e qualcuno anche dall’Italia.
Qualche esempio. Partendo da Roma si atterrà all’aeroporto José Martì a bordo di un volo Blu Panorama che con Cubana de Aviacion ha siglato un accordo 12 anni fa, rinnovato nelle scorse settimane fino ad aprile 2016. I pullman a lunga percorrenza che solcano le strade cubane sono Yutong , made in Cina, fabbricati nella provincia di Zhengzhou.
Tra i turisti, quelli che scelgono i grandi alberghi alloggiano al Melià, capitale spagnolo e cubano: il gruppo turistico è sbarcato a Cuba 25 anni fa e di recente ha inaugurato il Melià Jardines del Rey. Con 1100 camere è il più grande al mondo del gruppo spagnolo. (Oggi Cuba è il secondo Paese con maggiore presenza di Melià Hotels International). Qui, all’interno del grande resort Jardines del Rey , ci si sposta con i pulmini elettrici Langoing, sempre made in Cina. E l’aquatic skipark, poco lontano da Cayo Coco, è un investimento di capitali provenienti dalla Germania. Invece il Porto di Mariel, una zona franca che dovrebbe rilanciare l’attività portuale cubana, è stato parzialmente progettato da ingegneri brasiliani.
È così. Gli investimenti stranieri ci sono e le società miste, con Cuba sempre al 51% (gli operatori turistici cubani sono Gaviota, Melià, Cubanacan e Habanguex), si moltiplicano mese dopo mese. Il ministro del Turismo di Cuba, Manuel Marrero Cruz, ha chiuso in maggio la 35esima edizione di FitCuba, con l’Italia ospite d’onore, e ha annunciato dati incoraggianti: « L’Italia è il Paese che ha incrementato di più il flusso di turisti verso l’Isla grande, +17,3% nel 2014 rispetto all’anno precedente. Chi viene dall’Italia cerca mare e relax e spesso sceglie i villaggi all inclusive anche se poi effettua escursioni e non si chiude in hotel». Al momento ci sono 7 villaggi e «stiamo sviluppando una politica di accordi con i tour operator per aprirne altri ».
Il turismo tra Italia e Cuba viene considerato in espansione anche da parte italiana: Franco Pecci, fondatore di Blue Panorama, prevede per le prossime stagioni – oltre ai voli da Roma – nuove tratte, con partenza da Milano Malpensa per L’Avana, Cayo Largo, Holguin, Santa Clara, Cayo Coco.
Turismo ma anche altro. Le possibilità sarebbero molte. La riapertura delle ambasciate, annunciate due giorni fa, prelude a una stagione di riforme ormai indifferibile soprattutto perché di quel petrolio venezuelano a prezzi ultra calmierati di cui beneficia Cuba ne arriva sempre meno. Le due crisi, quella economica e quella politica, in corso a Caracas, rischiano di riverberarsi su Cuba. Raul Castro lo sa e per questo cerca di accelerare il processo delle riforme, con il proposito di attrarre investimenti.
Cuba sì, Italia no
Oltre al turismo le aperture di Cuba riguardano vari settori: agroindustria, telecomunicazioni, accordi bilaterali tra pmi italiane e cubane. La transizione avverrà attraverso un processo complesso e poco lineare ma purtroppo l’Italia non è in pole position. L’establishment di Cuba ha apprezzato la visita del ministro Paolo Gentiloni e anche l’esordio del sottosegretario Francesca Barracciu, in visita a Cayo Coco nei giorni di FitCuba « Compañeras y compañeros …..», così come la guayabera (il fresco camicione cubano indossato sia da Fidel Castro sia dai campesinos) dell’ambasciatore italiano a L’Avana. Tutti attivi nel promuovere iniziative bilaterali. Ma dalla Farnesina un diplomatico alto di grado che chiede di non essere citato, assegna colpe gravi agli ultimi governi italiani, sempre assenti. Un’immagine: poche settimane prima che François Hollande passeggiasse per le incantevoli piazze del centro storico de L’Avana, Federica Mogherini annullava un viaggio a Cuba precedentemente annunciato. L’apertura di un ufficio Ice a L’Avana è un’occasione per rimediare agli errori passati.
Di opportunità a Cuba ce ne sono molte, tutte “emerse” ben prima del 17 dicembre, giorno del disgelo dichiarato da Barack Obama e Raul Castro.
La menta in fondo al bicchiere del mojito di Marylin Bobes è un po’ come la sfumata malinconia dei suoi occhi che cercano il mare di cui si sente un lontano sussurro. «La demonizzazione delle imprese è come quella dei Beatles. Passata. Da molti anni in un parco de L’Avana è stata innalzata una statua di John Lennon, omaggio all’autore di Imagine».