domenica 5 luglio 2015

Corriere La Lettura 5.7.15
Antifascismo
L’ira di Bobbio per la ricomparsa dei «corvi neri»
di Antonio Carioti


Definire il neofascismo come «un’aberrazione che improvvisamente ci apre gli abissi della malvagità, della depravazione, della follia» non si addice a un autore pacato e tollerante come Norberto Bobbio. Eppure la frase è tratta dalla raccolta dei suoi interventi sulla Resistenza edita da Einaudi, a cura di Pina Impagliazzo e Pietro Polito: Eravamo ridiventati uomini (pp. 166, € 12). Nel libro i fascisti sono bollati come «spostati» e «corvi neri», più volte s’invoca la messa al bando del Msi. Può capitare che il militante prevalga sullo studioso e l’invettiva sul giudizio critico. Ma forse in quelle asprezze giocano un ruolo, oltre ai ricordi tragici della guerra partigiana, il risentimento e la vergogna per l’umiliazione subita da Bobbio sotto il regime, quando aveva dovuto scrivere a Mussolini, per evitare guai, una lettera da lui stesso in seguito considerata «servile». Anche per i grandi maestri (e Bobbio lo era) è difficile sottrarsi al condizionamento di quanto hanno vissuto sulla loro pelle.