domenica 5 luglio 2015

Corriere 5,7,15
L’ira di Achille o la ragione degli stoici?
di Eva Cantarella


L e abbiamo viste in televisione, nei giorni scorsi, le due anime dei greci, riunite in due piazze a distanza di un kilometro una dall’altra: a Syntagma, piazza della Costituzione, i sostenitori del no al referendum; nel vecchio stadio di Atene costruito per le Olimpiadi del 1896 i sostenitori del sì. In ambedue una partecipazione e una passione, peraltro più che giustificate data la gravità della situazione, di fronte alla quale vien fatto di pensare come sono lontani, i greci di oggi, dal modello di comportamento che ai loro antenati veniva proposto dalla filosofia stoica, secondo la quale per raggiungere la saggezza, e con essa la serenità dell’animo, bisognava liberarsi dalle passioni. Certo, da quel momento sono passati oltre due millenni, ma forse a far dimenticare quegli insegnamenti non è stato il tempo. E’ stata la concorrenza, diciamo così, con un altro modello, ancora più antico, che sembra aver avuto la prevalenza. Quello degli eroi omerici: Achille, in primo luogo, «il migliore degli Achei». Un uomo dominato dalle passioni, un individuo le cui azioni e le cui reazioni non erano determinate dalla ragione. A muoverlo era la menis, un sentimento, una passione che impropriamente, in mancanza di meglio, traduciamo con «ira» — la sua celebre «ira funesta» — ma che era molto di più di questo. Era l’emozione che induceva all’azione, un’emozione che nella società competitiva dell’epoca non consentiva di sopportare imposizioni e limiti alla propria autodeterminazione. Era la spinta che garantiva la libertà, intesa come mancanza di asservimento. In questo momento di grandi passioni, nella Atene di oggi, possiamo trovare tracce di quella menis? E quale spazio vi occupa il logos, l’impronta razionale della filosofia stoica? Il gioco delle identificazioni è aperto: Tsipras come Achille? E come esponente dell’impronta dello stoicismo il sindaco di Atene, Giorgos Kaminis, che in un’intervista ha dichiarato che secondo lui chi voterà per il no lo farà con la pancia, non con la testa? Beninteso, è solamente un gioco .