sabato 4 luglio 2015

Corriere 4.7.15
E anche i più miti sono sul punto di esplodere
di Apostolos Doxiadis


Dalle nostre parti l’atmosfera si va surriscaldando. Persino alcuni dei miei colleghi in politica, ovvero gli intellettuali e opinionisti degli anni della crisi che si affidano alla logica e al buon senso, sembrano sul punto di esplodere. Attraversando il centro l’altro giorno mi sono imbattuto in una vecchia conoscenza, un professore di scienze politiche in pensione schierato col centrosinistra, un razionalista in filosofia e un agnellino di carattere. Prima ancora di avere il tempo di salutarlo, mi ha abbordato ringhiando: «Sono incazzato… Veramente incazzatissimo!». Che cosa posso dire, lo capisco perfettamente.
Ieri sera, mentre andavo a un incontro di sostenitori del sì all’Europa, ho sentito alla radio il ministro della Difesa, capo del partito Anel di estrema destra che fa parte della coalizione di governo, dichiarare che «è compito dell’esercito tutelare la sicurezza interna del Paese». Al suo fianco, mentre diceva queste parole, c’era il primo ministro Tsipras, che non ha battuto ciglio. Nel mio breve intervento a fine incontro, un po’ più tardi, ho perso le staffe: sono saltato su furibondo, urlando, strepitando, agitando i pugni. Come fanno i cittadini di questo Paese — se gli resta ancora un briciolo di senno, e di forze — a reagire con calma a tali dichiarazioni scandalose, che rappresentano una minaccia chiara, anche se indiretta, alla nostra libertà? L’esercito incaricato di tutelare la sicurezza interna? Mai e poi mai! Da studente ho lottato contro la giunta dei Colonnelli, e sono pronto a scendere in piazza ancora una volta, da padre di famiglia di mezza età, per combattere un nuovo golpe, se sarà necessario. Quello che accade in queste ore mi sembra irreale, è come vivere in un incubo. I giovani attivisti che si danno da fare per la campagna del sì vengono insultati per le strade dai teppisti neonazisti e dai sostenitori dei partiti di sinistra come pure di estrema destra.
Canali tv, stampa e blog finanziati dal governo non si fanno scrupolo nel bollare uno per uno, e per nome, come traditori, collaboratori, imperialisti e altro ancora i sostenitori dell’Europa. Ho sentito un ministro del governo dichiarare stamattina alla televisione che chiunque osi insinuare che esiste un pericolo per la stabilità bancaria nel caso di vittoria del no è colpevole di reato. Ma che cosa succede al mio Paese?
Oggi si svolgevano due manifestazioni, una nel vecchio stadio di Atene, costruito per le Olimpiadi del 1896, e l’altro a Syntagma, a un chilometro di distanza. La prima è a sostegno del sì, ed è stata organizzata da un comitato di cittadini. Nessun politico è stato invitato a prendere la parola. La seconda manifestazione di segno opposto, è stata organizzata dal governo e prevede l’intervento del primo ministro. Sentivo da più parti che la gente aveva paura che il confronto di oggi potesse sfociare in tafferugli e violenze. Mi auguro che i timori non impediscano ai sostenitori del sì di manifestare pacificamente. La posta in gioco è troppo alta.
( Traduzione di Rita Baldassarre )