Corriere 14.7.15
L’ex ministro delle Finanze
E Varoufakis rompe il silenzio: «Tradimento»
di Marco Imarisio
L’ex ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, dimenticando la fedeltà promessa in pubblico ad Alexis Tsipras, ci va pesante sul premier, ormai prossimo a diventare un suo avversario politico: «Malgrado lo schiacciante No dei greci al referendum del 5 luglio scorso, ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati».
ATENE La consegna del silenzio di Yanis Varoufakis ha prodotto alcune dichiarazioni sparse, una intervista fluviale, un paio di articoli a sua firma su quotidiani e settimanali, una trentina di tweet contro la Germania e Wolfgang Schäuble. L’ex ministro delle Finanze greco aveva promesso di tacere fino alla fine dei negoziati, ma non ce l’ha fatta ad aspettare. Le copiose dichiarazioni rilasciate al New Statesman , storica rivista della sinistra inglese, sono state raccolte ben prima dell’accordo raggiunto a Bruxelles la scorsa notte, ma hanno valore di un giudizio anticipato. Dimenticando la fedeltà promessa in pubblico ad Alexis Tsipras, ci va pesante sul premier greco, ormai prossimo a diventare suo avversario politico. «Malgrado lo schiacciante “No” dei greci al referendum, ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati». Lui, invece, si era rifiutato di firmare la precedente proposta della Troika in quanto «tossica, impossibile, una di quelle proposte che si presenta quando non si vuole raggiungere un accordo». Varoufakis aveva un piano, molto ambizioso, va detto, presentato alla vigilia del voto sul referendum. Era convinto che la Grecia non potesse essere cacciata dall’area-euro, e quindi la sua intenzione era di darsi da fare per rendere possibile la Grexit, ma solo allo scopo di ottenere un accordo migliore per Atene. Il «no» doveva essere il grimaldello per ottenere maggiori concessioni. Ma Tsipras non si è fatto convincere. «Essenzialmente ha scelto di smettere di negoziare». L’addio di Varoufakis è diventato inevitabile. Come anche l’inizio della sua nuova carriera di politico.