lunedì 13 luglio 2015

Corriere 13.7.15
La Casa Bianca è spiazzata I suoi appelli irritano Berlino
di Giuseppe Sarcina


NEW YORK L’establishment americano era entrato nel week-end appena trascorso con la convinzione che l’Unione Europea avrebbe trovato l’accordo con la Grecia. Venerdì scorso Wall Street aveva chiuso con un consistente rialzo, dopo le scivolate di inizio settimana. Nello stesso giorno la presidente della Fed, Janet Yellen, intervenendo in un incontro pubblico a Cleveland, aveva solo sfiorato il problema ellenico, considerandolo evidentemente ormai vicino a soluzione. L’ennesimo rinvio e, soprattutto, l’acuta drammatizzazione della crisi, hanno colto di sorpresa gli analisti della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato. Anche il presidente Barack Obama era convinto di aver fatto il possibile, chiedendo al ministro del Tesoro Jack Lew di esercitare il massimo della pressione sul Fondo monetario per venire incontro al governo greco. E, infatti, nell’ultimo spezzone di trattativa Christine Lagarde, direttrice dell’Fmi, ha insistito per concedere al premier Alexis Tsipras un allentamento del debito: raddoppiando da 30 a 60 anni la scadenza media dei rimborsi. Ora Washington dovrà prendere atto che senza un impegno diretto è difficile condizionare il negoziato europeo. Qui la formula obamiana, «leading from behind», cioè guidare il gioco dalle retrovie, finora non ha funzionato. Anzi gli appelli al taglio dell’esposizione di Atene hanno finito per irritare la Germania. O comunque quella parte del Paese che si riconosce nell’intransigenza di Wolfgang Schäuble. L’altro ieri il ministro delle Finanze tedesco ha respinto con queste parole il pressing di Lew: «Ho detto al mio collega americano che noi accoglieremo Portorico nell’euro se gli Usa accetteranno la Grecia nel sistema dollaro. Lui ha creduto che stessi scherzando». L’uscita di Schäuble è una di quelle provocazioni surreali che gli americani si aspettano da interlocutori come Vladimir Putin, non certo da una figura chiave del governo tedesco. Oggi vedremo se e come l’amministrazione di Obama reagirà. Nel frattempo la numero uno della Fed, Yellen, e lo stesso Lew hanno sperimentato come i mercati finanziari non abbiano, almeno per il momento, amplificato i possibili effetti della crisi greca sulla stabilità globale.