domenica 12 luglio 2015

Corriere 12.7.15
Fassina: Tsipras non ha colpe È Berlino che punisce chi tenta di alzare la testa
intervista di Monica Guerzoni


ROMA «Tsipras ha fatto la mossa del cavallo...».
O il gioco dell’oca, onorevole Stefano Fassina?
«No, col nuovo memorandum Tsipras ha costretto il governo tedesco a rendere chiaro l’obiettivo: far fuori l’unico governo che, per difendere l’ interesse nazionale, ha osato mettere in discussione l’ordine tedesco che domina l’eurozona».
Lei ha fatto parte della «Brigata Kalimera» volata ad Atene per sostenere il referendum. Non si è pentito?
«Nessun imbarazzo, no. Tsipras ha riaperto la partita tra politica ed economia. E adesso, visti i risultati, il governo tedesco cerca di buttare fuori la Grecia dall’eurozona per dare una punizione esemplare a chi tenta di alzare la testa. Prova ne sia la proposta ipocrita di Schäuble, cinque anni di Grexit».
Il piano Tsipras non è più duro di quello della ex Troika?
«Per quanto ammorbidito nel suo impatto sociale somiglia troppo, perché il governo tedesco continua a tenere la porta chiusa sulla ristrutturazione del debito. L’impianto delle Prior actions di Atene è in continuità con i memorandum precedenti e con la linea liberista che la Germania impone all’eurozona, aggravando le condizioni di tutte le economie e portando l’euro al naufragio».
Ammetterà che il referendum è servito a poco...
«È servito a ridimensionare l’impatto sulla parte più debole della popolazione, ridistribuendo i costi dell’aggiustamento fiscale verso fasce di reddito più alte. Ma rimane un impianto che aggrava le condizioni della Grecia».
Tsipras ha le sue colpe?
«No, la questione vera è l’insostenibilità del mercantilismo liberista dettato dalla Germania. Il governo Renzi, invece di avviare un’operazione verità nel semestre di presidenza, ha puntato a fare il bravo scolaretto alla ricerca della benevolenza della maestra Merkel».
Anche l’ala dura di Syriza sconfessa Tsipras.
«Il dissenso è molto circoscritto. La valutazione negativa sul memorandum, imposto dopo una battaglia durissima, è unanime dentro Syriza e lo stesso Tsipras condivide. Mi stupisce che tanti commentatori, che consideravano il memorandum la salvezza della Grecia, da quando è stato approvato dal parlamento lo valutino la condanna di Atene».
Tutto sulla pelle dei greci.
«Vedo tanta propaganda. Quando è arrivato Tsipras il Paese aveva già perso 25 punti di Pil, stipendi e pensioni erano stati tagliati e la disoccupazione era aumentata. Lui ha cercato di riscrivere un’agenda che stava uccidendo la Grecia, ma è stato lasciato solo, anche da governi progressisti. Chi pensa che le cose prima andavano bene e poi i capricci di Tsipras hanno causato la recessione, racconta un film inventato».
Come se ne esce?
«Con un accordo che comprenda la ristrutturazione del debito, insostenibile anche per il Fmi. La medicina ha aggravato la malattia. Il salvataggio della Grecia ha salvato le banche francesi e tedesche. Bisogna costruire un’alleanza tra tutti i Paesi che subiscono gli effetti negativi del dominio tedesco. Spagna, Grecia, Italia e Francia, che fa finta di contare qualcosa con i vertici a due di Parigi».