martedì 9 giugno 2015

Repubblica 9.6.15
Cesare Damiano
“Non ci sono aut aut ma il successo elettorale è sulle sabbie mobili”
“Si devono cambiare le primarie, non ci possiamo fare scegliere i candidati dagli altri
O le prevediamo per legge o almeno creiamo l’albo degli elettori”
intervista di Giovanna Casadio


ROMA «Renzi abbandoni posizioni del tipo “vi asfaltiamo”, “tiriamo dritto” o come fanno alcuni ministri “discuto ma non tratto”... ci ascolti, ci vuole un coinvolgimento di tutti». L’ex ministro Cesare Damiano denuncia quello che non va nel Pd renziano. Molte cose devono essere corrette, però senza strappi: è la decisione presa da quella parte di “Area riformista” - che non ha seguito Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani nella posizione dura contro l’Italicum - e che Damiano guida. La minoranza dem si è frammentata ulteriormente.
Damiano, la sinistra dem vuole dare l’aut aut a Renzi?
«Non ci sono aut aut, ma va affrontata un’analisi del risultato delle regionali. C’è stata una vittoria indubbia, perché su 12 Regioni andate al voto in un anno 10 sono oggi del centrosinistra, ma ...».
Ma?
«Non si può non vedere che è un successo costruito sulle sabbie mobili dell’astensione, perché un elettore su due non è andato a votare né si può ignorare che una parte del nostro popolo di sinistra si è rifugiato nell’astensionismo e che oltre al risultato negativo della Liguria, in altre regioni come l’Umbria abbiamo faticato a conquistare il risultato».
Come può recuperare il Pd il rapporto con gli elettori?
«Si recupera valorizzando la capacità di ascolto e abbandonando, ripeto, le posizioni tipo “vi asfaltiamo”, “tiriamo dritto” e quelle di alcuni ministri “discuto ma non tratto”».
A chi si riferisce, alla Boschi?
«Ascoltare non vuol dire assecondare, ma neppure ignorare le proposte. La capacità di raggiungere compromessi vale dentro il partito ma soprattutto nel rapporto con le parti sociali. Perché indebolire i corpi intermedi della società, come i sindacati, vuol dire fare rinascere le spinte corporative, che per loro natura sono ingovernabili. Come minoranza dobbiamo rivendicare con orgoglio quello che abbiamo ottenuto. Sui licenziamenti collettivi siamo invece stati sconfitti e il governo ha sbagliato. Ma modifiche ci sono state, adesso si tratta di procedere».
E quindi cosa chiedete?
«Sulla scuola, di correggere il ruolo dei presidi. Collegialità e cancellazione dell’idea del preside sceriffo. A me sta a cuore che il governo risolva il problema dei precari e trovi una soluzione graduale concordata. Noi non intendiamo demordere, così come la nostra battaglia su pensioni e lavoro continua con i decreti. Sulla riforma costituzionale ci vogliono miglioramenti ».
Colpa delle polemiche interne al partito se il messaggio del Pd non è passato, come dice Renzi?
«Un eccesso di polemica oscura i risultati che si conseguono grazie anche all’azione della minoranza dem. Per avere maggiore consenso ci vuole un coinvolgimento di tutti».
Cosa deve fare Renzi perché il Pd non salti, dopo gli addii di Civati, Pastorino, Cofferati e altri annunciati?
«Dentro il partito va raggiunto un accordo. Però se io non avessi votato la fiducia a un governo in cui c’è il Pd, uscirei dal partito».
Chi dissente o sgarra rispetto alle decisioni della maggioranza allora va sanzionato?
«Sono contrario a sanzioni e restrizioni, ma una forma di autodisciplina ci vuole. In un partito composito come il nostro, garantita la discussione, bisogna darsi un limite. Ovviamente senza ledere le prerogative costituzionali dei parlamentari ».
Ci vuole un codice di condotta interno? Chi dissente non deve essere ricandidato?
«Un partito di maggioranza relativa dovrà avere regole però anche dialettica e non dogmi. Chi dissente esprima la propria opinione. Ma ci vuole autodisciplina ».
C’è bisogno di un rafforzamento del partito?
«Ce ne è bisogno soprattutto nei territori dove c’è una debolezza e un abbandono silenzioso dei militanti e dei sostenitori».
L’organigramma del Pd va riscritto?
«Tutte le minoranze sono rappresentate in segreteria e al governo, spero che si prosegua su questa strada. Si dovrebbe mettere mano alle primarie perché non ci possiamo fare scegliere i candidati dagli altri. O le prevediamo per legge o almeno prevediamo l’albo degli elettori. Sono per regolare il traffico».