martedì 9 giugno 2015

Repubblica 9.6.15
“Giovani, iper-connessi e raffinati così si stanno comprando Milano”
di Simone Marchetti


MILANO HANNO tra i 18 e i 30 anni. Possiedono un passaporto cinese e molto, molto denaro da spendere. Sono giovani, laureati, professionisti. Arrivano in Italia con un obiettivo preciso: comprare il meglio, solo il meglio. A differenza dei loro genitori e della generazione di turisti cinesi che li ha preceduti, non cercano oggetti con loghi a vista e tantomeno i soliti hotel a cinque stelle. Ciò che li attrae è l’eccellenza, non il lusso. «Per noi sono stati una vera sorpresa», commenta Maurizio Purificato, proprietario insieme ad Antonia Giacinti della boutique Antonia e art director del multi-store Excelsior, due dei templi più importanti dello shopping nel capoluogo lombardo.
Chi sono e quanti anni hanno questi nuovi ricchi cinesi che arrivano a Milano?
«Sono giovanissimi e hanno tra i 18 e i 30 anni al massimo. Sono completamente diversi dai turisti cinesi a cui eravamo abituati in passato. Non comprano in serie e non sono attratti da prodotti tradizionali come borse griffate o accessori riconoscibili. Al contrario: cercano marchi di nicchia o edizioni speciali. E sono informatissimi. Non solo Prada, Gucci, Dior e Givenchy: chiedono anche Vis Vim, OffWhite, Undercover, insomma marchi che spesso nemmeno i consumatori italiani conoscono. In un certo senso, dimostrano di aver sviluppato un gusto particolare e molto erudito».
Quindi sono giovani, ricchi e anche raffinati?
«Assolutamente sì. Non solo in fatto di moda. Quando scelgono dove soggiornare o dove cenare, per esempio, non si affidano ai soliti alberghi famosi, come fanno ancora oggi gli americani. S’informano, cercano dimore storiche, provano i ristoranti più particolari. Hanno il desiderio di scoprire le peculiarità dei luoghi che visitano. E a riguardo dell’eccellenza, sanno davvero tutto ».
Da dove viene la loro conoscenza?
«Da un solo luogo: il web. Questi ragazzi vivono e viaggiano in simbiosi col loro smartphone. Da lì traggono tutto: informazioni, contatti, comunicazione, persino i pezzi di moda che poi acquisteranno. C’è chi entra da noi e richiede quel particolare pezzo di quella determinata sfilata mostrando una foto sullo schermo del proprio telefono. E arrivano a spendere fino a 35 mila euro al giorno, restando in boutique per tutta una giornata. L’altra cosa interessante, poi, è che il fenomeno è soprattutto maschile. Gli uomini cinesi, infatti, sono i compratori di beni di lusso più importanti di oggi. Da almeno un anno, l’intero fashion system li considera la fetta di mercato più interessante».
Come li si conquista?
«Semplice: ricerca, cultura e soprattutto creatività. Impossibile imbrogliarli perché sono in possesso di troppe informazioni. Per conoscenza, hanno sorpassato persino giapponesi e coreani, da sempre compratori raffinatissimi. Il fenomeno, poi, è più vasto di quanto si creda. Ultimamente, abbiamo aperto il nostro e-commerce Antonia. it: osserviamo questi ragazzi acquistare online da Hong Kong, Pechino e Macao con la stessa curiosità e con la stessa voracità che notiamo dal vivo a Milano».