martedì 2 giugno 2015

Repubblica 2.6.15
“Ma l’Italicum premierebbe ancora Renzi”
di Tommaso Ciriaco


ROMA . Cosa sarebbe accaduto con l’Italicum? E come si sarebbe tradotto questo voto regionale in un’ipotetica contesa alle Politiche? Per il costituzionalista Stefano Ceccanti, ex senatore del Pd, Matteo Renzi resta il favorito in un eventuale ballottaggio: «Sia un centrodestra a trazione leghista, sia il M5S verrebbero percepiti come estremisti rispetto al tema europeo. E perderebbero».
Andiamo con ordine. Cosa insegna questo voto?
«Primo dato: il centrodestra esiste, anche se era stato frettolosamente dato per morto. Non si può escludere che resettando l’offerta politica, possa andare al ballottaggio con l’Italicum. Essendo oggi a trazione leghista, però, avrebbe dei problemi. Berlusconi dovrebbe dare una guida moderata al centrodestra. E non può essere lui».
Guardiamo al voto di domenica. Chi andrebbe al ballottaggio? E con quali chance di vittoria?
«La Lega e il M5S avrebbero un problema: i vincoli europei. Non si tratta di strappare il ballottaggio a Parma. Si tratta di avere una lista anti euro che ti porta fuori dall’Ue. È un’altra cosa. Possono essere ottimi movimenti per raggiungere il ballottaggio, ma sono pessimi attori per il secondo turno».
Nonostante Salvini provi a presentarsi come leader nazionale?
«Al momento Salvini ha costruito un partito nazionale anti immigrati, di tipo lepenista. Può moderarsi un po’, certo, ma comunque alla fine perde ».
E i grillini? Possono vantare volti apparentemente “moderati” come Di Maio.
«Le amministrative e le regionali sono altra cosa rispetto alle politiche, dove non ci sono invece compatibilità europee. Un voto per Podemos al comune di Madrid, per intenderci, non vuol dire che Podemos vincerà in Spagna alle politiche».
Il Pd ha registrato il massimo calo, rispetto alle Europee di un anno fa. Sorprendente?
«La curva di oscillazione della popolarità del governo funziona così: se sei appena insediato, le vinci. Se capitano in mezzo, è quasi scontato che vadano male. Per Renzi, quindi, erano elezioni di mid term. E da questo punto di vista non gli sono andate male».
E al Pd cosa dicono queste elezioni Regionali?
«Il Pd è il soggetto più strutturato in grado di andare al secondo turno. Alle Europee il dato era drogato, però. Ed era illusorio immaginare che il Pd potesse raggiungere al primo turno il 40%. Al momento, comunque, Renzi resta favorito dal meccanismo del ballottaggio» Perché?
«Perché per ora l’elettorato del centrodestra è molto mobile. Finché il centrodestra non trova una figura analoga a Renzi, a trazione moderata, Renzi sarà favorito dal secondo turno. Però magari il centrodestra la trova, questa figura. Di certo c’è che un riflusso tradizionalista alla Bersani aprirebbe varchi mostruosi al centrodestra».