domenica 21 giugno 2015

Repubblica 21.6.15
Appello di Camusso per l’unità sindacale “Divisi perdiamo”
Lettera della leader Cgil a Furlan e Barbagallo “Separati rischiamo di essere ininfluenti nelle scelte”
di Roberto Mania


ROMA. Senza unità i sindacati conteranno sempre meno. Lo scrive Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in una lettera inviata ai colleghi di Cisl e Uil, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Una lettera per rilanciare il progetto unitario e per provare a far uscire dall’angolo le organizzazioni dei lavoratori. «Se non supereremo lo stallo e la burocratizzazione del lungo periodo che abbiamo alle spalle — scrive la Camusso — tutto congiurerà per nuove divisioni e l’ininfluenza nelle scelte».
Da anni ormai l’unità sindacale si è arenata per colpa delle divisioni sul merito delle proposte, sul modello sindacale ma anche, e spesso soprattutto, per le differenti posizioni rispetto alla politica. Cgil, Cisl e Uil marciano separate e — come ammette ora anche la Camusso — non colpiscono più. Quelle divisioni però — secondo il segretario della Cgil — appartengono al passato. La crisi ha messo a dura prova il movimento sindacale (non solo in Italia) ma ha fatto riscoprire anche le ragioni a favore dell’unità.
La mossa della Camusso, dunque, punta a cambiare lo scenario ed è maturata subito dopo il successo dello sciopero generale nella scuola del mese scorso, nato unitariamente e in grado, strada facendo, di conquistare nuovo consenso presso l’opinione pubblica. È questo l’esempio che va seguito, secondo la Camusso. Ed è dalle cose che uniscono che si deve far ripartire il confronto sull’unità: pensioni, fisco, Mezzogiorno, politica industriale, contratti e gestione della crisi. Tutti temi su cui le tre confederazioni o hanno già espresso posizioni convergenti o sono in grado di avvicinarsi tra loro. D’altra parte l’accordo sulla rappresentanza firmato all’inizio dello scorso anno con la Confindustria risolve molti dei problemi. Entro la fine di questo mese l’Inps dovrebbe rendere note le deleghe sindacali: si saprà quanti sono davvero gli iscritti ai sindacati. E sulla base degli iscritti e dei voti ottenuti nelle elezioni delle Rsu (le rappresentanze in azienda) la rappresentatività delle singole sigle non sarà più presunta ma reale. Saranno questi i dati che permetteranno l’accesso alla contrattazione e poi all’approvazione dei contratti. Una svolta. Che solo la Fiom di Maurizio Landini non ha condiviso, creando un problema all’interno della Cgil. Con quell’accordo le regole della competizione tra sindacati sono ormai chiare. Ma è sulla capacità di sostenere le proprie proposte che Cgil, Cisl e Uil sono deboli. In questo ha inciso — non c’è dubbio — la linea del governo Renzi non solo contrario alla concertazione ma anche determinato a ridurre gli spazi di intermediazione dei soggetti sociali nel rapporto tra la politica e i cittadini-elettori. Strategia incrinata per la prima volta proprio dallo scontro sulla “Buona scuola”. Sulla scia di questo — è il ragionamento della Camusso — bisogna impedire che la politica invada il campo del sindacato. E approfittare del fatto che l’Esecutivo ha scelto di rinviare, in attesa proprio di un accordo sindacale, la disciplina del salario minimo legale la cui introduzione finirebbe per minare dall’interno la stabilità delle relazioni industriali con il progressivo superamento del contratto nazionale di categoria e la possibilità per le aziende di uscire dalla Confindustria o dalle altre associazioni di rappresentanza. Il rinvio del governo consente alle parti sociali di riprendersi il campo di gioco. Ma il tempo non è tantissimo: più o meno i mesi estivi. «Serve discontinuità nelle relazioni tra noi», scrive Camusso a Furlan e Barbagallo. L’obiettivo non è il “sindacato unico”, lanciato da Renzi, bensì il “sindacato unitario” nel quale possano convivere le diverse culture del sindacalismo italiano. Di certo l’iniziativa della Cgil sarà ben accolta dalla Uil, più freddezza ci si aspetta dalla Cisl.