sabato 20 giugno 2015

Repubblica 20.6.15
La questione morale moltiplica gli arrabbiati e li spinge verso i 5Stelle


STA EMERGENDO una nuova ondata 5 stelle? Come nel biennio 2012-2013, i segnali di rafforzamento del Movimento di Grillo partono dal voto locale, nei Comuni e nelle Regioni. Ancor prima, è la tempesta giudiziaria che, da qualche mese, è tornata a scuotere il Palazzo della politica ad alimentare la domanda di rinnovamento e di ripristino della legalità. Istanze che Matteo Renzi, “rottamatore” della cattiva politica, fatica oggi a interpretare. Consentendo alla formazione (non più “solo”) di Grillo di ri-appropriarsi dell’immagine di “partito della legalità” e del possibile cambiamento della politica italiana.
Solo tre settimane fa, il M5s aveva ottenuto il 16-17%, alle elezioni regionali. Domenica scorsa ha conquistato 5 nuovi sindaci, vincendo in tutti i comuni nei quali aveva raggiunto il ballottaggio. Un risultato rilevante, se si considera che le liste pentastellate, in questo tipo di competizioni, hanno sempre faticato ad affermarsi. Un indizio di consolidamento e radicamento sul territorio. Utile a innescare un nuovo “ ciclo”. Se si allarga lo sguardo all’elettorato nazionale, la tendenza appare ancora più netta. Dal 20% di marzo, il M5s sale oltre il 26%, superando addirittura quel 25% che, nel 2013, gli valse la posizione di primo partito.
A differenza delle precedenti fasi di espansione, cambia però il ruolo di Grillo, quasi assente dalla campagna elettorale. Cresce, invece, il peso di una nuova classe politica a 5 stelle: i candidati nelle consultazioni locali; i membri del “direttorio”; in particolare Luigi Di Maio, che debutta nella graduatoria dei leader con il 28%. A soli tre punti dal fondatore e garante, nonostante il 24% degli intervistati ancora non lo conosca.
Il cambiamento di opinione di molti elettori è favorito dal riaccendersi della “questione morale”. Che investe oggi soprattutto il Partito democratico, trovatosi a gestire, nell’ultimo anno, diversi casi spinosi: dalle inchieste Expo e Mose a Mafia Capitale, dagli affaire che hanno investito ministri e sotto-segretari fino alla controversa candidatura di Vincenzo De Luca in Campania. Sul tema del contrasto alla corruzione, il 41% del campione interpellato da Demos pensa che nessuna forza politica sia credibile. Ma, tra chi indica un partito, il M5s ottiene la netta maggioranza (31%): formata soprattutto dai propri sostenitori, ma anche da una frazione non trascurabile dei non-elettori. Su tale questione - come su quelle della trasparenza, della sobrietà e della riduzione dei costi della politica - il M5s sembra avere impresso il proprio marchio. Obbligando gli avversari a inseguire.