martedì 2 giugno 2015

Repubblica 2.6.15
Pd e 5 Stelle dimezzati, exploit Carroccio
L’indagine dell’Istituto Cattaneo sul responso delle urne: ai Democratici il 50,2% in meno delle Europee I grillini perdono due milioni di voti rispetto alle Politiche 2013. Il tonfo di Forza Italia. Solo i padani raddoppiano
di Silvio Buzzanca


ROMA A parole hanno vinto tutti. I numeri, invece, segnalano che se c’è un vincitore nelle elezioni regionali di domenica, bisogna cercarlo dalle parti di Matteo Salvini. Lo dicono le analisi sui voti, «il numero assoluto dei voti ricevuti», elaborate a caldo dall’Istituto Cattaneo sui dati forniti dal Viminale. E in effetti le cifre, secondi i ricercatori, parlano chiaro: il Carroccio «ha ricevuto un numero di consensi pari o oltre al doppio di quelli delle politiche 2013 (+109,4%, +402.584)». Gli altri perdono consensi. Tutti. A partire dal Pd che conquista cinque governatori, ma lascia sul terreno, rispetto alle Europee, 2.143.003 voti. In percentuale significa una perdita secca del 50,2%. Ma anche rispetto alle politiche del 2013 al Pd manca il 33,8 dei consensi che in valore assoluto sono 1.083.557 voti.
Il partito di Salvini registra invece dati positivi anche nel confronto con le Europee: questo dato, spiega il Cattaneo, registra «una crescita in valori assoluti di quasi la metà (+50%) pari ad oltre duecentomila unità (256.803). I dati leghisti registrano una forte crescita nelle tre regioni rosse con il raddoppio dei consensi. E se si guarda solo a Toscana e Umbria i voti triplicano. Per un apparente paradosso l’unica regione dove i voto leghisti sono in calo è il Veneto, dove si registra un meno 9,7 per cento. Ma questo dato, avvertono i ricercatori, è «plausibilmente spiegabile con il risultato eclatante della lista del “presidente” collegata al candidato Zaia. Infine c’è da segnalare «il mutato rapporto di forze» fra Lega e Forza Italia. «Nel 2015 - scrive il Cattaneo - il peso delle camice verdi è doppio rispetto a quello delil le camice azzurre (67% contro 33%)». L’anno scorso i dati erano invece invertiti.
Allora i leghisti conquistano voti, i democratici li perdono. Ma non va certo meglio ai grillini che si sono autoproclamati vincitori. Al Movimento Cinque Stelle mancano 1.956.613 voti rispetto alle politiche del 2013. Cioè hanno perso il 59,8% dei consensi rispetto a quel risultato eccezionale. Ma i grillini perdono 893.541 voti, il 40,4% in meno, anche rispetto alle Europee dell’anno scorso, quando il Movimento registrò un arretramento elettorale.
Il segno meno regna sovrano anche fra i numeri relativi a Forza Italia. All’appello manca 67 per cento dei voti incassati alle politiche del 2013. In cifre assolute sono ben 1.929.827 voti. E anche rispetto al voto europeo dell’anno scorso si segnala un calo di 840.148 voti che in percentuale sono il 46,9 per cento. Dunque un bagno di sangue quasi generale. Con tutte le avvertenze del caso. Il Pd, per esempio, insiste, con relative polemiche, nel segnalare che nel suo bottino non sono conteggiate le liste collegate ai presidenti. Il Cattaneo, spiega però che «il risultato negativo del Pd può essere attribuito solo in parte» al fenomeno delle liste collegate». Come visto, hanno avuto un effetto in Veneto sul risultato della Lega. Certamente, scrivono i ricercatori, queste cifre possono avere un peso in Puglia dove la lista Emiliano Sindaco di Puglia ha ottenuto 154 mila voti. Ma, continuano, in Veneto la lista di appoggio alla Moretti «è poco significativa, mentre in Liguria, Toscana e Marche non c’erano proprio». E in queste regioni i risultati del Pd non sono brillanti.