Repubblica 14.6.15
Il Pd romano a caccia di iscritti. Grillo: “Noi al 30%, Marino si dimetta”
Ma Orfini e Bersani lo difendono. Domani sit-in dei 5Stelle
Martedì relazione al prefetto. Giubileo, sì al modello Expo
di Mauro Favale
ROMA . Il partito «pericoloso», come lo definì a marzo Fabrizio Barca, quello in cui proliferavano anche «iscritti finti e circoli “fantasma”», prova a rimettersi in moto. A Roma il Pd dà il via al nuovo tesseramento nel pieno della bufera su Mafia capitale. «Ora c’è un regolamento nuovo, pulito e trasparente. Siamo pronti a chiedere una mano alla gente per un partito più forte. Iscrivetevi al Pd», è l’appello del commissario Dem nella capitale, Matteo Orfini che ha lavorato sull’introduzione di accorgimenti per frenare la deriva degli ultimi anni. E quindi, costo della tessera che sale da 20 a 30 euro e conferma dell’iscritto via mail o sms. Ma che il tesseramento arrivi «in un momento difficile», il presidente del Pd non lo nasconde: «Vogliamo reagire, affrontando i problemi coi nostri elettori, parlando con loro e spiegando che c’è un Pd sano fatto da migliaia di militanti che ci mettono la faccia».
Più che sul destino del partito romano, però, gli occhi sono puntati su quello della giunta di Ignazio Marino. Martedì, sul tavolo del prefetto, Franco Gabrielli arriveranno le 1000 pagine (ciascuna col timbro “riservato”) compilate dagli ispettori che da sei mesi lavorano sul Campidoglio dopo l’avvio dell’inchiesta “Mafia capitale”. Il prefetto avrà 45 giorni per decidere se proporre lo scioglimento del Comune al Viminale che poi porterà la questione in consiglio dei ministri. Intanto, Gabrielli ne discuterà con il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, allargato al capo della procura, Giuseppe Pignatone. E in quella sede, quando si prenderà in esame la questione, il rappresentante del Campidoglio (parte in causa nella decisione) lascerà la stanza.
Nel frattempo, però, la pressione politica su Marino non si allenta. Ad alimentarla, Beppe Grillo e il suo Movimento che domani saranno in piazza, sotto alla statua di Marc’Aurelio, per «un’assemblea cittadina che chieda le dimissioni di “Ignaro Marino”». L’obiettivo, visto che «l’amministrazione comunale è attraversata da relazioni affaristiche e malavitose» è portare la capitale «a nuove elezioni». E se questo non accadrà, scrive su Facebook il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, «è solo perchè in queste ore diversi sondaggi danno il M5S al 30% ».
Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, fa una valutazione “tecnica”: «Davanti a mafia capitale la nostra legislazione sullo scioglimento dei Comuni è carente e inadeguata perché l’alternativa tra sciogliere o non sciogliere non può considerare la complessità di un comune come quello della capitale». Lei, comunque, auspica che «non ci siano le condizioni». A difesa di Marino scende in campo anche Pierluigi Bersani: «Sono sicuro che il sindaco opererà per il meglio ».
Sullo sfondo resta l’appuntamento del Giubileo, con l’ipotesi che a guidare la macchina sia sempre il prefetto Gabrielli. Il suo dovrebbe essere, dice Orfini, «un ruolo di coordinamento tra soggetti istituzionali sul modello dell’Expo».Interpellato sulla questione, durante il corteo del gay pride, Marino risponde così: «Oggi non cambiamo argomento. A Roma conta l’amore».