giovedì 11 giugno 2015

Repubblica 11.6.15
Migranti, scontro tra i vertici Ue
La Commissione contro il Consiglio: no al rinvio delle quote. Gentiloni: rimandare è una sconfitta
Maroni: i pullman al Nord una ritorsione. Treviso, lite sui profughi in caserma
di Vladimiro Polchi


ROMA . Marcia indietro sulla ridistribuzione dei rifugiati in Europa. Il naufragio del 18 aprile scorso nel Canale di Sicilia pare già dimenticato. La proposta della Commissione Ue rischia di slittare. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, accusa: «Sarebbe un’enorme sconfitta politica per l’Europa». Continua intanto il duello tra governatori del Nord e Viminale: i pullman carichi di rifugiati continuano a partire da Sicilia e Calabria, ma all’orizzonte si fa sempre più vicina l’apertura delle caserme dismesse (il ministero dell’Interno ha un elenco di 38 strutture già disponibili).
Il rischio è che il piano della Commissione europea di ricollocazione dei rifugiati resti lettera morta o comunque rallenti il suo iter. La prossima settimana, il Consiglio dei ministri degli Interni discuterà a Lussemburgo dell’agenda proposta dalla Commissione, ma secondo la presidenza lettone, non verrà presa nessuna decisione sul trasferimento di 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia. «Il tentativo dei Paesi baltici e della Polonia – raccontano dal Viminale – è quello di rendere solo volontaria la ricollocazione dei migranti. Anche Francia e Spagna hanno una posizione ambigua. La vera partita si giocherà al Consiglio europeo del 25 giugno, lì dovrà passare la linea dell’obbligatorietà della ripartizione». Dalla Commissione fanno sapere che se il piano non passerà si rischia «l’inizio della fine dell’integrazione europea». E ancora: pure sulla distruzione dei barconi utilizzati dai trafficanti, c’è una frenata: «Non possiamo agire al di fuori di un accordo con l’Europa – avverte il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – se oggi li distruggessimo in acque internazionali andremmo in infrazione comunitaria ». Sul fronte interno, il Viminale prosegue le operazioni di trasferimento dei rifugiati, per alleggerire il peso che grava sulle regioni del Sud. E mentre Beppe Grillo chiede di «sospendere Schengen almeno per qualche mese», non si allenta lo scontro con i governatori di Lombardia, Liguria e Veneto. Quest’ultimo si scaglia contro l’utilizzo dell’ex caserma “Tommaso Salsa”, aperta dalla prefettura di Treviso per poter ospitare i profughi: «Non è agibile – dichiara Luca Zaia – e chi la tiene aperta si assume tutte le responsabilità. Il sindaco di Treviso faccia un’ordinanza di sgombero». Intanto a Milano scatta un “allarme scabbia”. La regione Lombardia ha dato via libera a un presidio sanitario nella stazione Centrale per assistere gli immigrati. «In questi giorni – afferma l’assessore alla Salute, Mario Mantovani – sono stati riscontrati numerosi casi di scabbia nei centri di accoglienza e, benché trattasi di patologia non grave, vogliamo alzare il livello d’attenzione».