domenica 7 giugno 2015

La Stampa 7.6.15
Anche con la giunta Marino le coop hanno preso 6 milioni
Gli appalti venivano prorogati senza bandi di gara
di Fra. Gri.


Il ministero dell’Economia ci aveva anche provato, a frenare l’andazzo del Comune di Roma. Troppe spese fuori dal Patto di stabilità. Troppi appalti senza gara. E poi il sistema dei «debiti fuori bilancio» e della «somma urgenza». Un meccanismo cresciuto a dismisura sotto la gestione Alemanno e ancora trionfante nel 2013 con la gestione Marino. Così in Campidoglio, a inizio gennaio 2014, è arrivato un ultimatum: basta con le proroghe, fate il bilancio di previsione e soprattutto fate le gare. E che s’inventano, con una memoria di Giunta del febbraio 2014, quei creativi della burocrazia capitolina? Se non si possono più fare le proroghe, che tanto premevano a Salvatore Buzzi, si farà la «non interruzione». Scrive il giudice Costantini: «Sono state una serie di proroghe, pudicamente definite non-interruzioni».
A Roma, bisogna sapere, da circa 10 anni ci sono cinquemila persone che il Comune alloggia a sue spese, utenze comprese. Vengono ospitati in 14 residence (che il Campidoglio affitta in blocco da fortunatissimi proprietari) oppure se ne occupano le cooperative sociali. Queste ultime prendono 24 euro circa ad ospite, al giorno. Il sistema è analogo a quello dell’assistenza per i profughi: l’ente pubblico paga a piè di lista, la cooperativa pensa a tutto. Ma così facendo la spesa lievita in maniera inimmaginabile. Nel solo 2014 il Campidoglio ha speso quasi 43 milioni di euro. «Per capire come sia possibile una spesa simile - spiega il consigliere comunale Riccardo Magi, presidente dei Radicali italiani - si tenga conto che alcuni contratti d’affitto prevedono pigioni assurde. In alcuni casi si pagano 2500 o 3000 euro al mese per appartamenti in estrema periferia, oltre il Raccordo anulare. E peraltro, da qualche verifica a campione che si va facendo ora, un buon 25% delle persone assistite non ha nemmeno i requisiti».
Anche le cooperative di Buzzi sono nel business. Assistono 580 persone in due residence, il Val Cannuta e il Montecarotto - di proprietà del costruttore Daniele Pulcini, arrestato pure lui - con il cosiddetto servizio di «portierato sociale», che dice molto poco, ma costa 1 milione di euro all’anno. E poi c’è l’accoglienza per altri 660, a forfait, che costa altri 5,3 milioni di euro.
La procura ha scoperto intanto una interessante triangolazione, dietro questo meccanismo delle «non interruzioni». Buzzi era stato coinvolto nel salvataggio di un’altra cooperativa romana, la gloriosa Società Cooperativa Deposito Locomotive Roma San Lorenzo, a un passo dal fallimento. S’impegna ad acquistare 14 appartamenti dalla San Lorenzo, che sta tanto a cuore al compagno Ozzimo, e ci fa pure un affare, ma dall’assessore pretende la proroga per i residence. Dall’ennesima intercettazione: «Questa cosa qui noi l’abbiamo fatta con l’impegno che la nostra convenzione... che è molto cara.. noi semo quelli che so’ pagati più de tutti... hai visto lo scandalo dell’emergenza alloggiativa? Noi siamo quelli pagati più de tutti... Noi abbiamo detto: Benissimo, la facciamo se ci resta la convenzione». Per quest’operazione, che Buzzi riconosce come un reato, è indagato anche Stefano Venditti, il presidente regionale della Lega cooperative.
Ma Buzzi si rivela una volta di più il grande burattinaio dell’amministrazione capitolina.
Alessandra Garrone, fidanzata di Buzzi: «Ora il punto è questo... io ho capito che noi dobbiamo fare il progetto per il Comune». Buzzi: «Il Comune dovrebbe far il progetto». Garrone: «Eh». Buzzi: «Con l’aiuto nostro».