La Stampa 24.6.15
La nuova emergenza dei conti da sistemare
L’attesa per la sentenza della Corte costituzionale sul congelamento degli aumenti per gli statali
di Marcello Sorgi
L’attesa per la sentenza della Corte costituzionale sul congelamento (e sul possibile disgelo, parziale o totale) degli aumenti per gli statali, deciso dal governo Letta, accresce di ora in ora il timore per un bis di quella sulle pensioni, piovuta sulla campagna elettorale per le amministrative con esiti pesanti e con l’imbarazzo, per il governo, di scegliere la linea della restituzione parziale dei contributi che alla fine ha scontentato gran parte degli elettori.
S’intuisce che anche stavolta i giudici della Consulta sono divisi tra il riconoscimento di un diritto e la responsabilità di un impatto sui conti pubblici che potrebbe lievitare fino a 35 miliardi di euro, portando praticamente in default il bilancio dello Stato. Teoricamente, varie soluzioni sono possibili, da quella della piena restituzione a quella dello sblocco solo per il futuro degli aumenti congelati: ma nessuna sarebbe gratis, cioè priva di effetti, per le casse dello Stato.
In realtà, coperta appena da quella degli immigrati, per la quale Renzi continua a cercare una soluzione a livello europeo, l’emergenza economica continua a restare in cima all’agenda dei problemi del governo. Renzi ha da poco bloccato la riforma del catasto, che avrebbe portato un po’ di ristoro ai conti pubblici, ma al prezzo di un rialzo delle tasse sulla casa che il premier considera troppo rischioso affrontare subito dopo la sconfitta elettorale nei ballottaggi e mentre i sondaggi lo danno, insieme al suo partito, in calo di consensi.
Resta il fatto che non c’è molto tempo per decidere cosa fare, in vista dell’autunno e della preparazione della legge di stabilità che richiederà, al minimo, tagli di spesa per 10 miliardi di euro. Da qualche parte questi soldi devono saltar fuori, a meno di non voler incorrere in un nuovo aumento dell’Iva, dal 22 al 23 per cento, che innescherebbe una spirale sui prezzi di dimensioni imprevedibili. Più che la partecipazione a sorpresa a una cena della Fondazione di D’Alema “Italiani europei”, sono queste le urgenze che hanno fatto circolare, negli ultimi giorni, diverse voci su un peggioramento dei rapporti tra Renzi e il ministro dell’Economia Padoan, fin qui perfettamente in linea con il premier, ma adesso in difficoltà per le pressioni contrastanti che riceve da Bruxelles e da Palazzo Chigi. Agosto è da anni il mese tradizionalmente più duro per i tecnici del Tesoro a cui tocca il compito di far quadrare le tabelle dei conti. E in mancanza di indicazioni precise, un lavoro già difficile tende a diventare impossibile.