La Stampa 22.6.15
Family day, nel Pd c’è chi rilancia e propone subito le adozioni gay
Pronto un emendamento di Sergio Lo Giudice
di Ilario Lombardo
Questa volta sulle unioni civili il Pd fa sul serio. La piazza di San Giovanni non sembra aver scalfito le intenzioni dei democratici di tirare dritto anche senza gli alleati di Ncd. Anzi, in vista del probabile scenario di una rimescolamento della maggioranza del sì al disegno di legge sulle coppie gay della senatrice Monica Cirinnà, c’è chi ha in serbo un’arma per puntare ancora più in alto: alle adozioni tout court. E’ un emendamento, da cercare tra i 2 mila rimasti in commissione Giustizia al Senato. Porta la firma di Sergio Lo Giudice, senatore dem, attivista Lgbt, sposato con Michele (matrimonio a Oslo) e papà di un bambino. Introduce un titolo III ai due di cui si compone il testo Cirinnà e un paio di modifiche importanti. Una è l’adozione secca, l’altra è l’istituto della «responsabilità genitoriale». Qualcosa che in Italia è sconosciuto, ma che per esempio in Inghilterra esisteva prima dei matrimoni gay: il genitore legale assieme al compagno dichiara all’anagrafe di condividere la responsabilità sui pargoli. «In questo modo si evita che un papà una mamma chieda a un giudice l’adozione magari di quei ragazzi già cresciutelli che considera suoi figli sin dalla nascita». E’ un passo in avanti rispetto alla stepchild adoption, l’adozione del bambino del proprio partner, cuore della versione italiana delle civil partnership alla tedesca. Per Lo Giudice «un compromesso al ribasso», che dice di accettare «in quanto ipotesi di mediazione, ma solo se le tentazioni di modificarla in peggio non avranno il sopravvento». In quel caso, il senatore è «pronto a mettere sul piatto» l’adozione completa. Con i numeri della maggioranza trasversale che si coalizzerà attorno al ddl Crinnà - Pd, Sel, M5S, ex grillini e magari qualche liberal di Forza Italia -potrebbe anche passare. «E’ un punto di vista, ma come Pd teniamo sul testo della Crinnà» risponde Giuseppe Lumia, capogruppo in commissione, pedigree cattolico e una convinzione: «L’Italia non può rimanere l’ultima in Europa. Anche nei Paesi più conservatori ormai c’è il matrimonio…». E’ la tesi di Lo Giudice: «Stiamo provando a introdurre un modello superato, che nel resto d’Europa è stato avviato 20 anni fa. Le unioni civili faranno emergere ancor più la discriminazione da un punto di vista giuridico». Bisogna seguire il filo del ragionamento: le unioni civili estendono alle coppie omosessuali tutti i diritti sociali, tranne le adozioni. «E’ come costruire l’autobus per i neri» spiega Lo Giudice. Con il compromesso della Cirinnà «rinunciamo al principio di uguaglianza per dare una prima risposta alle esigenze sociali delle famiglie omogenitoriali». Da domani si capirà qualcosa di più sugli schieramenti pro e contro. I pareri del governo daranno il via alla discussione sugli emendamenti.