mercoledì 17 giugno 2015

La Stampa 17.6.15
Specializzandi al posto dei chirurghi
nelle sale operatorie del San Raffaele
Inchiesta all’ospedale milanese: 9 indagati, coinvolti anche 5 primari
di Paolo Colonnello


Attraverso «artifizi e raggiri» all’ospedale San Raffaele (gruppo Rotelli) non avrebbero rispettato i criteri stabiliti per legge nella formazione delle equipe che dovevano eseguire gli interventi chirurgici: accusa che l’ospedale respinge radicalmente. Nella sostanza però, secondo i calcoli della Guardia di Finanza, il danno alle casse della Regione «indotta in errore» dai «registri operatori» del nosocomio, si aggirerebbe sui 28 milioni di euro.
Nell’inchiesta chiusa ieri dalla Procura con il deposito degli atti, si scopre una nuova forma di truffa sui rimborsi sanitari: non più attraverso esami inutili o operazioni inesistenti, ma con la creazione di equipe chirurgiche «elastiche». Chirughi double-face - Nel senso che, scrive il pm Giovanni Polizzi, sulla carta le squadre figuravano «regolarmente costituite», mentre, nei fatti, chirurghi e anestesisti sarebbero stati «presenti contestualmente in più sale operatorie». Non sembra che questa disinvoltura nella procedura degli interventi abbia mai causato problemi ai pazienti però succedeva che al posto del titolare in sala operatoria si presentasse uno specializzando per sostituirlo, mentre il medico chirurgo o l’anestesista continuavano su altri tavoli. Un criterio che, secondo le accuse, non rispondeva ai requisiti richiesti per accedere regolarmente ai rimborsi dei Drg, intascati senza diritto per quasi tremila interventi chirurgici svolti in un arco temporale che dal 2011 arriva al 18 novembre 2013: in 2000 casi si sarebbero svolte sostituzioni non autorizzate, in 989 casi invece mancava il primo operatore.
Falso e truffa le ipotesi d’accusa che riguardano 9 indagati: dall’amministratore delegato del gruppo, Nicola Bedin a personaggi come il professor Alberto Zangrillo, responsabile del reparto di Anestesia e Rianimazione, noto anche come medico personale di Silvio Berlusconi; inoltre Mario Valsecchi, direttore amministrativo dell’ospedale dal 2012, Roberto Mazzucconi, direttore sanitario, Ottavio Alfieri, primario e direttore di Cardiochirurgia, Piero Zannini, primario e direttore di Chirurgia toracica, Roberto Chiesa, primario e direttore di chirurgia vascolare, Patrizio Rigatti, primario e direttore di Urologia.
L’ospedale si difende e contrattacca contestando «radicalmente le accuse avanzate perché assolutamente insussistenti sia in punto di fatto che relativamente alla disciplina amministrativa relativa all’accreditamento.L’ospedale - si legge in una nota - tiene altresì a precisare che le prestazioni oggetto delle contestazioni sono state eseguite tutte, senza alcuna eccezione, a regola d’arte e secondo le migliori tecniche e i più aggiornati protocolli internazionali».