La Stampa 17.6.15
Renzi 1 e 2: così rottama le sue stesse parole
di Jacopo Iacoboni
«Una cosa è certa: le primarie sono in crisi», dice Matteo Renzi a Massimo Gramellini su La Stampa. «Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita». La crisi è innegabile, ha ragione; ma se le primarie scelgono i De Luca forse bisogna cambiare il partito e le classi dirigenti locali, non ammazzare le primarie (mi fa male il braccio? me lo amputo). Perché poi, come diceva Renzi, sarebbe mai esistito un Renzi senza primarie, Bersani lo avrebbe mai fatto accomodare? All’epoca della sfida, il rottamatore diceva «le primarie sono l’unica occasione per cambiar verso all’Italia». Oppure «preferisco un partito che fa le primarie facendo scegliere ai cittadini, a quei partiti (Pdl o M5S) dove decide solo il capo». A gennaio 2014: «Noi faremo le primarie. Spero che le faccia anche chi oggi finge di volere le preferenze». O ancora: «Noi rispondiamo ai tre milioni delle primarie, non alle correnti interne». E poi «i candidati del Pd li scelgono i cittadini con le primarie, non soggetti esterni», «le primarie sono un referendum sul futuro», «è importante che possano votare tutti»... O meglio, era.