martedì 16 giugno 2015

La Stampa 16.6.15
Dai renziani alla minoranza
Sconfitta trasversale nel Pd
Battuti i candidati di tutte le correnti. I bersaniani lanciano l’allarme sull’Italicum Pesano il caso migranti e Mafia Capitale. Sulla scuola si va verso la fiducia in Aula
di Carlo Bertini


Se c’è una novità in questo secondo turno delle Comunali è che i ballottaggi rispetto al passato non premiano il centrosinistra, ma la destra che si riunisce contro i candidati del partito di governo. Brucia la sconfitta di Venezia, per vent’anni roccaforte in terra leghista, perduta malgrado un candidato gradito ai grillini come Felice Casson. Che pur in testa al primo turno, viene battuto dall’imprenditore Luigi Brugnaro con il pieno dei voti di Fi e Lega. «Da ora si lavora per la città, io sono per dare una mano a Zaia come a Renzi», tende la mano il sindaco vincente che non aveva nascosto simpatie per il premier. Ma brucia nel complesso l’esito di questa tornata di ballottaggi, da cui il Pd ne esce perdendo Arezzo, Fermo, Matera e Nuoro pur essendo riuscito a tenere Lecco, strappando agli avversari Mantova e Trani. Un bilancio che consegna la fotografia in cui «il Pd è il primo partito anche nel numero dei sindaci, ma non è sufficiente a farci brindare», dice con un eufemismo il numero due del Pd, Guerini. In realtà dietro le quinte molti nel Pd ammettono che a pesare sono stati numerosi fattori, dall’immigrazione, su cui «Salvini è stato bravo cinicamente a tenere alta la polemica», a “mafiacapitale” che ha danneggiato l’immagine del partito, fino alle polemiche interne della sinistra sulla scuola. Un partito diviso fin dal caso Liguria e in grande difficoltà a Roma, dove non si sa quanto possa reggere la difesa a oltranza del sindaco Marino.
I risultati
Per il Pd dunque sconfitta sonora a Nuoro, dove il sindaco uscente Alessandro Bianchi è stato più che doppiato dallo sfidante Andrea Soddu (68,4%), a Matera, dove Salvatore Adduce soccombe a Raffaello De Ruggieri sostenuto da liste civiche di centrosinistra e centrodestra. Ma la sconfitta che fa più male al «giglio magico» renziano è quella in casa della Boschi, cioè ad Arezzo, dove il match fra il renziano Matteo Bracciali e Alessandro Ghinelli si chiude per un soffio (50,8%) in favore del candidato di centrodestra. Confermato il sindaco di centrosinistra a Macerata, sconfitti invece a Fermo e Chieti. Nota rosa in Lombardia, dove Mattia Palazzi strappa un 62,6% a Mantova e Virginio Brivio vince a Lecco. Ma nubi arrivano dal sud, dove in Sicilia le cose vanno male: a Enna Mimmo Crisafulli perde nel suo feudo, dopo le polemiche sulla sua candidatura, vince Maurizio Dipietro con i voti di centrodestra. Ma fanno rumore le vittorie dei grillini ai ballottaggi di Gela e Augusta, che si sommano alle vittorie del M5S a Venaria in Piemonte, a Quarto in Campania e a Porto Torres in Sardegna.
I contraccolpi
E se nessuno può brindare nel Pd, perché perde il candidato civatiano a Venezia, quello bersaniano a Matera, quello renziano ad Arezzo, di sicuro questo voto provoca un riflesso che si farà sentire. Dalle parti di Bersani risuona forte la critica all’Italicum, perché questo voto dimostra che le preoccupazioni sui suoi possibili effetti erano più che fondate. I più duri dicono che se si è perso a macchia di Leopardo qualche responsabilità sarà pure del leader che ha sottovalutato i temi del lavoro e della scuola, sbagliando a mettersi contro un pezzo dell’elettorato. Neanche a dirlo Renzi la pensa in modo opposto, il premier è intenzionato a battere più di un colpo: oggi verrà eletto alla Camera il nuovo capogruppo, Ettore Rosato, che incarna la linea decisionista del renzismo. L’uscita dal governo di Lapo Pistelli porterà poi alla nomina di Enzo Amendola, uno dei nomi di punta della minoranza lealista dei «responsabili», come sottosegretario degli Esteri, in un riassetto di governo che potrebbe segnare altre novità. E sulla scuola per stringere i tempi non esiterà a mettere la fiducia in aula sul testo che verrebbe approvato in commissione dopo un faticoso accordo che i suoi stanno provando a chiudere con la sinistra.