La Stampa 15.6.15
L’ultimo tango di Verdini: mossa a sorpresa per tentare gli ex 5 stelle
La manovra per a portare in dote a Renzi un nuovo gruppo in Senato
di Ugo Magri
Un certo numero di senatori, specie quelli al confine tra i due blocchi, cominciano a rifare i loro conti. Prendono atto che il Pd tiene, però non scoppia più di salute. Al tempo stesso vedono dai sondaggi che la somma di Salvini, Forza Italia e spezzoni vari di centrodestra, addirittura sopravanza il Pd. Cosa ne deducono questi parlamentari? Che se il vento non cambierà, e il potere continuerà a logorarlo, Renzi potrebbe addirittura perdere le elezioni del 2018. In quel caso avrà molte meno «cadreghe» da offrire, laddove il centrodestra potrà risultare più accogliente...
Sono ragionamenti che spiegano, almeno in parte, la fatica che ci sta mettendo Verdini in Senato nel costituire un gruppo di sostegno al premier. Fino a un mese fa, dentro Forza Italia avrebbero sgomitato per montare sulla sua zattera, considerato anche il clima di smobilitazione che si respirava in ambito berlusconiano. Verdini aveva contato 32 senatori interessati a imbarcarsi. Ora, invece, la fila si è molto assottigliata, siamo sul filo della decina. Altro esempio: i tentativi del Cav di trattenere i partenti, qualche settimana addietro, sarebbero stati del tutto inefficaci perché Silvio non avrebbe avuto nulla in cambio da offrire. Da quando invece ha evitato il tracollo alle Regionali, riuscendo a restare sopra la fatidica doppia cifra, le sue telefonate ai possibili «traditori» hanno un diverso impatto. Perlomeno lo stanno a sentire.
È diventato faticoso perfino dare la caccia agli scontenti di Ncd. I quali sono la metà di mille, ma ultimamente sembrano desiderosi semmai di farsi risucchiare a destra (sempre che Salvini ce li voglia). A complicare la vita di Verdini, infine, ci si è messo Renzi medesimo. Non perché gli dispiaccia un soccorso parlamentare, anzi. Semplicemente Matteo desidera che non si riveli un gioco delle tre carte. Lotti, braccio destro del premier, ha detto chiaro al concittadino Denis: per fare gruppo deve mettere insieme senatori che già non votino la fiducia al governo. Quindi eviti di far campagna acquisti tra quelli di Gal (Verdini aveva già preso contatti con Naccarato, D’Anna, Giovanni Mauro e Barani) in quanto si tratterebbe di un’operazione a somma zero.
Le ultime dicono che Verdini, per condurre in porto la missione, sta provando a giocare la carta grillina. E dunque cerca di «pescare» tra i senatori che hanno lasciato M5S. Un paio di loro proprio in queste ore hanno deciso di passare con Gal. Altri 3-4 pare siano allettati dall’offerta di Verdini. Il quale domani sera ha in agenda un nuovo colloquio con Berlusconi. Ma stavolta si prevede che sia l’ultimo per davvero.