Il Sole 24.6.15
Merkel e Tsipras «uniti» dai dissensi interni
Berlino-Atene. Sale la protesta contro l’intesa da parte dell’ala sinistra di Syriza e dei falchi di Cdu/Csu
di Vittorio Da Rold
Non si è ancora trovato l’accordo a Bruxelles che già sono iniziate le manovre di chi, sia a Berlino che ad Atene, l’Alfa e l’Omega dell’Europa della crisi dei debiti sovrani, è contrario alla ratifica parlamentare dell’intesa.
Sono stati l’ala sinistra di Syriza e il partito nazionalista dei Greci indipendenti, partito di governo, a dar fuoco alle polveri. Il parlamento ellenico potrebbe rifiutarsi di approvare l’ultima versione della proposta di Atene ai creditori internazionali mirata a sbloccare fondi in cambio di aumenti di tasse e contributi. Lo ha detto il vicepresidente del parlamento Alexis Mitropulos. «Ritengo che questo programma, come lo vediamo ora, verrà difficilmente approvato dal parlamento» ha detto a Mega Tv. Anche Panos Kammenos, ministro della Difesa greco e leader del piccolo partito di governo dei Greci indipendenti, si è detto contrario all’accordo nella parte in cui prevde la riduzione dell’Iva agevolata del 30% per le isole, suo bacino elettorale. Un altro parlamentare di Syriza, Yannis Michelogiannakis, ha detto che un accordo con i creditori sulla base dell’ultima proposta del governo sarebbe «catastrofico per la Grecia» e ha sostenuto che una tale intesa non farà che aggravare la miseria sociale alla quale il suo partito aveva promesso di porre fine in campagna elettorale. Michelogiannakis ha fatto appello a Tsipras affinché rifiuti un tale accordo, in particolare se non sarà accompagnato da una ristrutturazione del debito e da un piano di investimenti per sostenere la crescita dell'economia greca.
Anche Thanassis Papanikolaou, capo dell’Associazione ellenica delle catene di ristoranti, è sul piede di guerra: «Un ritorno al 23% dell’'Iva sui servizi di ristorazione dall’attuale 13% equivarrebbe a “un bacio della morte” per il settore». Gabriel Sakellaridis, portavoce di Tsipras, ha detto chiaro e tondo che se il Governo non dovesse avere la maggioranza sull’intesa allora si andrebbe al voto anticipato.
Ma i problemi potrebbero venire anche per il passaggio parlamentare al Bundestag tedesco, che oltre a olandesi, finlandesi ed estoni, dovrà approvare il piano in aula. Dopo dieci anni di Cancelleria e quindici di presidenza della Cdu, Angela Merkel,controlla con pugno di ferro il partito democristiano e i suoi alleati bavaresi della Csu. La fronda interna anti-greca, magari fomentata in segreto dal ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, potrebbe usare il delicato momento della ratifica in aula per esprimare il malcontento senza far deragliare l’approvvazione.
Dato che la Grande coalizione conta su 504 su 631 deputati (una maggioranza di ben 188 voti), l’accordo passerà anche se ci dovessero essere impopolari concessioni sulla riduzione del debito. Ma a questo punto, circa un centinaio di parlamentari della Cdu/Csu potrebbero ribellarsi alla Merkel, costringendola sulla difensiva.