domenica 14 giugno 2015

Il Sole 14.6.15
Il Viminale e la gestione dell’emergenza. Quasi tutti spesi i 400 milioni in bilancio
Salgono a oltre un miliardo i costi dell’accoglienza nel 2015
di Marco Ludovico


ROMA L’emergenza immigrati sfonda le previsioni finanziarie sui costi per l’accoglienza: l’onere più immediato, di maggiore impatto. Senza contare i costi vivi del personale Ps e delle altre forze dell’ordine impiegate, la mobilitazione delle unità della Guardia Costiera, della Marina militare e della Guardia di Finanza, la mobilitazione degli enti locali, Comuni in testa.
Fatto sta che a bilancio dello Stato, per l’accoglienza immigrati, sono previsti quest’anno circa 400 milioni. Peccato che sono stati spesi tutti o quasi. Per forza: siamo già a quota 54mila sbarchi e c’è tutta l’estate davanti, la stagione più florida di viaggi della disperazione e della morte nel canale di Sicilia. L’anno scorso, a consuntivo, l’Italia ha speso circa 700 milioni per l’accoglienza e gli arrivi hanno registrato la cifra record: 170mila a fine 2014. Le previsioni 2015 del Viminale parlano di 200mila arrivi e la stima potrebbe essere perfino troppo prudente. Certo è che i 400 milioni di quest’anno - budget al ribasso calcolato dai tecnici del Tesoro in previsione di un ridimensionamento del boom di sbarchi - si rivelano una cifra del tutto inadeguata. Il rischio è che ce ne vogliano in più quasi il doppio: alcune stime al Viminale parlano di 700 milioni aggiuntivi necessari. Se fossero confermati dagli eventi e le necessità impellenti, saremmo a oltre un miliardo di costi per la sola accoglienza. Cifre, peraltro, credibili, visto che c’è da mettere in atto tutto un nuovo sistema allo studio dei tecnici del dipartimento Libertà civili del Viminale guidato da Mario Morcone. Con la realizzazione degli hotspot, i punti di sbarco così come li vuole l’Unione europea, con la garanzia assoluta di certezza dello svolgimento di ogni procedura: verifiche sanitarie, identificazione, impronte digitali e foto-segnalamento. Con la definizione e messa in opera degli «hub» regionali, centri di prima accoglienza da distribuire su tutto il territorio nazionale. E, infine, la destinazione allo Sprar, il sistema di ospitalità e integrazione per i richiedenti asilo e rifugiati in capo ai Comuni.
Intanto, subito, ogni giorno, il flusso di soldi per pagare alloggi e sistemazioni di prima accoglienza, dagli ostelli agli alberghi, produce un costo vivo e ineludibile per il ministero dell’Interno guidato da Angelino Alfano. Davanti a questo scenario i 60 milioni di euro proposti all’Italia dalla Commissione europea nel piano in discussione a fine mese sembrano una cifra quasi irrisoria.