Il Sole 12.6.15
Marino sotto assedio
Orfini: soluzione non è mandare la giunta a casa
Confronto nella Direzione dei Dem capitolini
Roma verso l’azzeramento delle commissioni
di An. Mari.
Nuovo incontro tra il sindaco e il presidente Pd - Via i presidenti e taglio della metà
Il Pd prova ad uscire dall’assedio a cui è sottoposto dal 4 giugno, data della nuova ondata di arresti (che ha coinvolto esponenti sia di centrodestra che di centrosinistra) nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su Mafia Capitale. E lo fa accelerando su una proposta già in cantiere da qualche giorno: il dimezzamento delle commissioni consiliari e l’azzeramento dei suoi presidenti. La decisione è stata presa ieri, annunciata dal commissario del Pd romano (e presidente del Pd nazionale) Matteo Orfini al termine di un nuovo incontro in Campidoglio con il sindaco di Roma Ignazio Marino. Una decisione che non è piaciuta agli alleati di Sel nel governo cittadino che, avendo in quota due presidenti di commissione, si sono sentiti scavalcare.
Le opposizioni, anche ieri, hanno continuato a chiedere le dimissioni del sindaco Marino e del governatore del Lazio Nicola Zingaretti. E il Pd, anche ieri, è tornato a definire i due, per bocca del vicesegretario Lorenzo Guerini, «baluardo della legalità». Mentre Orfini, in serata, nel corso della direzione del partito romano, ha sottolineato: «Dobbiamo reagire. La soluzione ai problemi di Roma non può essere quella auspicata da Buzzi e Carminati. La soluzione non può essere mandare a casa la giunta Marino». Proprio la riorganizzazione del partito romano (è stato «mio nemico», ha detto Marino) sarà al centro del lavoro dei prossimi giorni: nel regolamento anti tessere-fantasma approvato ieri è prevista la conferma dell’iscrizione via mail o sms e l’aumento del costo della tessera di almeno 10 euro, con una quota minima che passa quindi da 20 a 30 euro. Orfini, poi, ha annunciato da sabato la «chiusura dei circoli cattivi»: i circoli territoriali saranno soltanto 15, uno per ogni municipio, e saranno articolati in due o più sezioni che dovranno necessariamente avere «una sede fisica».
Sui tempi dell’azzeramento delle commissioni (su cui il Pd sente il fiato sul collo soprattutto del M5S), invece, Orfini ha detto: «È questione di giorni». Il dimezzamento delle commissioni da 24 a 12 era un misura a cui stava già lavorando il consiglio comunale ma che ha subito un’accelerazione con l’arresto di quattro consiglieri comunali, di cui due del Pd, tra cui l’ex presidente della Commissione Patrimonio Pierpaolo Pedetti, e con altri consiglieri tirati in ballo in alcune intercettazioni, senza che siano indagati. Già il presidente della Commissione Bilancio Alfredo Ferrari si è detto pronto a rimettere l’incarico di guida della commissione. Il progetto su cui sta lavorando il Pd prevede che il dimezzamento avvenga attraverso un accorpamento delle 24 commissioni: alla fine ne resteranno 9 permanenti (Bilancio-Personale-Statuto; Turismo-Cultura; Urbanistica-Patrimonio; Scuola-Sport; Sociale-Casa; Commercio; Lavori pubblici; Ambiente; Trasporti) e tre speciali (Elette, Controllo e garanzia, Roma Capitale). Nella maggioranza in Campidoglio però non sono mancati i maldipancia. Il capogruppo di Sel Gianluca Peciola ha avvertito: «Orfini decide per il Pd noi decidiamo in base alla consultazione del partito». E quanto all’eventuale azzeramento dei presidenti delle commissioni in quota Sel, Annamaria Cesaretti (Trasporti) e Imma Battaglia (Smart City), ha risposto: «Deciderà la base del partito».
Intanto l’assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, ha annunciato di aver dato «mandato ai legali di verificare le ricostruzioni che cercano di accreditare l’idea che vi fossero contatti assidui tra Salvatore Buzzi, il Gabinetto e la segretaria del sindaco, Silvia Decina, per condizionare appalti».