Il Sole 12.6.15
Matteo Renzi cerca partner
Maggioranza e centro-destra. Martedì incontro con il Cavaliere
In attesa di Verdini si tratta sui numeri anche con i fittiani
di B.F.
Roma Silvio Berlusconi e Denis Verdini torneranno a vedersi martedì. E se, come appare assai probabile, il Cavaliere ribadirà di non voler sostenere le riforme di Matteo Renzi, il senatore toscano non potrà che essere conseguente, ovvero uscire da FI e formare un suo gruppo , i cosiddetti «responsabili», a partire naturalmente dal Senato. Solo che anche se Verdini avrà i dieci senatori necessari alla formazione del gruppo, per Matteo Renzi cambierà assai poco. Tra quei 10 ci saranno infatti anche senatori che già votano con la maggioranza e dunque l’apporto sarebbe solo di altri 5-7 senatori al massimo. Troppo pochi per consentire al governo una navigazione più tranquilla di quella attuale. Anzi, potrebbe addirittura essere controproducente, acuendo la distanza con la minoranza Dem e probabilemnte irritando anche i centristi di Ncd.
Il partito di Angelino Alfano è sofferente. E non solo per «l’attacco delle procure». Ma anche per le divisioni interne sulla prospettiva politica di un partito che si richiama al centrodestra ma per ora sta al governo con il Pd. I senatori centristi si guardano attorno. Berlusconi ha già puntato gli occhi su alcuni di loro. Altri sono pronti a entrare nel Pd renziano. Altri ancora invece guardano con interesse al gruppo di Raffaele Fitto che può contare su 12 senatori.
Anche il Pd corteggia i fittiani nonostante proprio Fitto, in pubblico come in privato, continui a ribadire che non ha alcuna intenzione di aiutare Renzi e che, anzi, le difficoltà del premier sono propedeutiche alla riunificazione del centrodestra. A una condizione però: che il governo duri e che quindi ci siano i tempi necessari per realizzare il processo di rinnovamento. Ecco perchè, pur rimanendo barricati all’opposizione, non è da escludere che in alcuni passaggi i fittiani possano offrire un sostegno, magari su alcune riforme, come ad esempio quella della scuola dove una parte delle proposte degli scissionisti di Fi potrebbero essere accolte. E in questo caso il loro atteggiamento, in aula e ancor prima nelle commissioni, potrebbe essere sì determinante.
È quello che Verdini avrebbe voluto facesse il Cavaliere. Berlusconi però non vuole rompere con Salvini. Almeno non ora, dopo la vittoria di Toti in Liguria proprio grazie al contributo decisivo del Carroccio. Ma anche Berlusconi non vuole il ritorno a breve alle urne. Anche perchè se lasciasse trapelarne anche solo l’intenzione il numero degli addii si moltiplicherebbe rapidamente. Per questo non si può escludere più in là un ritorno di fiamma nei confronti del premier. Alcuni lo sperano, anche tra chi non andrà con Verdini come Michaela Biancofiore, berlusconiana doc, che ieri ha diramato una nota per un governo di «salute valoriale» Renzi-Berlusconi.