venerdì 5 giugno 2015

Corriere 5.6.15
Scrutini il sabato sera e la domenica La risposta dei presidi allo sciopero
Sospesi anche permessi e ferie. Oggi fiaccolate di prof e studenti contro la riforma
di Claudia Voltattorni


ROMA «Gli scrutini sono convocati in via straordinaria sabato sera alle ore 23». O anche «domenica alle ore 11». E comunque «si invita il personale a dare comunicazione volontaria dell’eventuale adesione allo sciopero». E «per tutto il periodo non saranno autorizzati permessi per motivi personali né giornate di ferie». La battaglia sulla scuola si fa anche con le circolari. Tutto per scongiurare l’ultima delle proteste contro la Buona Scuola di Matteo Renzi e Stefania Giannini, quello sciopero degli scrutini della prossima settimana che tanto preoccupa presidi e genitori, perché basta l’assenza di un solo professore per far decadere il collegio docenti e dover rimandare tutto. Sarà solo di un’ora per i primi due giorni di scrutini la protesta di Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal, Gilda. Durerà due giorni quella di Cobas e Unicobas che bloccheranno anche tutte le altre attività scolastiche. Escluse per legge dalla protesta terze medie e ultimo anno di superiori: ci sono gli esami.
La «contro protesta»
Ma se il Garante ha ribadito che lo sciopero dovrà durare «solo i due giorni programmati», i dirigenti scolastici sono «preoccupati». A Reggio Emilia i presidi hanno preparato calendari degli scrutini alternativi con riunioni fissate nel weekend o a tarda ora. «È un abuso di autorità — denuncia la Gilda locale —: si fissano orari impossibili per scoraggiare l’adesione allo sciopero, è anche una forma di intimidazione per i colleghi più fragili». A Torino sono state fatte già delle riunioni «pre-scrutinio» per snellire quelle successive. Molti docenti si sono rifiutati di partecipare. Tante anche le circolari in tutta Italia sulle modalità dello sciopero con l’aggiunta di frasi del tipo: «Per tutto il periodo in questione non saranno autorizzati permessi per motivi personali, né giornate di ferie» (Iss Cremona, Milano); «Si prega di inserire nella colonna “assenza altri motivi” la presenza o meno dell’interessato nel giorno di sciopero» (Istituto Borsi, Castagneto Carducci, Livorno); «Si prega il personale di comunicare l’eventuale adesione entro le ore 10.00 del 11/06/2015» (Istituto Comprensivo, Fagnano Castello, Cosenza). I sindacati non si spaventano. «Il mondo della scuola ha già dimostrato con il voto di domenica di essere molto arrabbiato», spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda. «Se il ddl resta così com’è anche al Senato, bloccheremo la scuola a settembre», prevede Massimo Di Menna della Uil.
Fiaccolate in tutta Italia
Oggi, intanto, la protesta accenderà molte piazze con le fiaccolate di prof, bidelli, studenti (e anche genitori) per «La cultura in piazza» promossa da Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal, Gilda. «Perché la protesta non si ferma — dice Domenico Pantaleo, Cgil —: vogliamo che il ddl venga totalmente cambiato altrimenti il mondo della scuola finirà nei tribunali». In programma cortei, flash mob, letture di classici ad alta voce. Ma altre piccole forme di mobilitazione vanno avanti da giorni. Come lo stop alla scelta dei libri di testo per il prossimo anno, la lettura ad alta voce di tutti i compiti in classe durante il consiglio docenti, lo sciopero della fame a staffetta organizzato su Facebook, l’autoproduzione dei libri di testo per boicottare le case editrici «perché rappresentano gruppi di potere vicini alla politica».
Discussione al Senato
E la politica continua il suo lavoro in commissione Istruzione al Senato dove l’esame degli oltre 2 mila emendamenti al ddl 1934 va avanti fino al 9 giugno. Il 10 il voto e poi il passaggio in Aula. I 5 Stelle accusano il Pd di usare «la ghigliottina per escludere gli emendamenti delle opposizioni», Sel di «blindare la riforma cercando di aggiustare i numeri in commissione» e i due senatori del Pd Walter Tocci e Corradino Mineo sono decisi a non dire sì al ddl senza modifiche sostanziali. Renzi ribadisce che la riforma è aperta alle modifiche ma che «porta tante cose chieste e date ai professori».